Venezuela – Il Paese sta morendo di fame
In evidenza

06 Giugno 2018

(ANS – Caracas) – Serrande abbassate, scaffali vuoti, supermercati deserti… Code interminabili per comprare il pane, il sapone, i farmaci, quei beni di prima necessità che ora sono diventati un lusso per la quasi totalità della popolazione. La crisi socio-economica in Venezuela è diventata anche crisi alimentare e umanitaria.

A Caracas, dove il tasso di delinquenza è altissimo, ma anche nel resto del Paese la gente è disperata, perché persino nelle zone rurali non si trova più da mangiare. Intere famiglie frugano tra i rifiuti alla ricerca di cibo, senzatetto di tutte le età, mendicanti e bambini di strada sono le comparse di uno scenario fatto di miseria, violenza e abbandono.

Un tempo il Venezuela era lo stato più ricco del Sudamerica, ma le disastrose politiche economiche, che hanno puntato tutto sul petrolio e depresso gli altri settori produttivi, hanno trasformato in pochi anni una nazione prospera in un Paese alla fame: i livelli di inflazione sono prossimi al 5.000% l’anno, i commercianti sono costretti a rialzare i prezzi almeno due volte a settimana.

“Un chilo di latte in polvere costa più del salario medio mensile. Come possono le mamme venezuelane dar da mangiare ai loro figli?” ha raccontato solo pochi giorni fa il cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, in una conferenza stampa organizzata dalla Fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS).

Una ricerca condotta dall’Università Cattolica “Andrés Bello”, pubblicata lo scorso febbraio, ha rilevato che l’87% dei nuclei familiari si trova in stato di povertà e il 61,2% in una situazione di povertà estrema. Circa 8,2 milioni di venezuelani consumano due o meno pasti al giorno, e sono pasti di scarsa qualità.

Secondo la Caritas nazionale sarebbero almeno il 16,8% i bambini gravemente malnutriti: la denutrizione ha già mietuto vittime fra i più piccoli e molti stanno morendo o sono in pericolo.

In questo teatro tanto drammatico la Chiesa venezuelana cerca, pur con risorse limitatissime, di soddisfare i bisogni della popolazione. “In moltissime parrocchie la Chiesa sfama i venezuelani attraverso le ‘pentole solidali’. I nostri sacerdoti e le nostre religiose sono davvero degli eroi al fianco dei poveri del Venezuela” ha detto sempre il card. Urosa Savino.

E nel silenzioso, ma fondamentale movimento di solidarietà ci sono anche i Figli Spirituali di Don Bosco: presenti nel Paese sin dal 1895, hanno attraversato oltre un secolo al fianco dei venezuelani, offrendo loro educazione e sostegno. Ma ora sono stati obbligati dalle circostanze ad un cambio di priorità e sono anch’essi in prima linea contro la violenza e la fame dilaganti. Il loro obiettivo primario è quello di garantire sostegno nutrizionale a giovani, bambini e adulti che gravitano intorno ai loro centri: scuole, parrocchie, centri professionali, strutture di accoglienza, oratori.

La distribuzione e la tipologia di cibo sono diverse a seconda dei casi: ci sono parrocchie in cui viene distribuita una zuppa una volta a settimana, scuole in cui vengono offerti 3 pasti al giorno, altre strutture educative in cui viene somministrato uno spuntino quotidiano.

Per questo motivo “Missioni Don Bosco” di Torino ha lanciato un appello alla solidarietà. “Vogliamo garantire almeno un pasto al giorno agli utenti di tutte queste strutture che i nostri confratelli coordinano fra mille difficoltà quotidiane” ha spiegato il Presidente, il sig. Giampiero Pettenon, SDB.

Ulteriori informazioni sul sito: www.missionidonbosco.org 

InfoANS

ANS - "Agenzia iNfo Salesiana" - è un periodico plurisettimanale telematico, organo di comunicazione della Congregazione Salesiana, iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Roma, n. 153/2007.

Questo sito utilizza cookie anche di terze parti, per migliorare l'esperienza utente e per motivi statistici. Scorrendo questa pagina o cliccando in qualunque suo elemento, acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più o negare il consenso clicca il tasto "Ulteriori informazioni".