Italia – Tempo di Quaresima: Papa Francesco illustra “l’amore appassionato e geloso” di Dio
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08 Marzo 2019

(ANS – Roma) – Il Papa è prima di tutto un vescovo, il vescovo della diocesi di Roma, che “presiede nella carità tutte le Chiese”, come Papa Francesco disse appena eletto il 13 marzo 2013. Ieri, come pastore, ha incontrato i parroci e i sacerdoti della sua diocesi, per il tradizionale appuntamento di inizio Quaresima, e ha consegnato degli spunti utili per tutti i Cristiani in questo di cammino di avvicinamento alla Pasqua.

di Gian Francesco Romano

Giunto nella cattedrale di Roma, la basilica di san Giovanni in Laterano, il Pontefice ha dapprima confessato alcuni sacerdoti. Poi, nel suo discorso, pronunciato in gran parte a braccio, ha riflettuto sul senso della Quaresima, sulla forza del perdono che ristabilisce la comunione a tutti i livelli e sulla grazia divina, di cui la Chiesa si alimenta.

In primo luogo il Papa ha messo in guardia dalla tentazione dell’auto-compiacimento: “Non siamo popolo di Dio per nostra iniziativa, per merito nostro; no davvero, noi siamo e saremo per sempre il frutto dell’azione misericordiosa del Signore… Non dimentichiamolo mai, il Maestro ci ha detto: ‘senza di me non potete far nulla!’”

“Ecco perché questo tempo di Quaresima è davvero una grazia – ha poi proseguito –: ci permette di ricollocarci davanti a Dio lasciando che Egli sia tutto”.

Per questo il Papa loda “la grazia del pianto”, cioè la grazia di quel momento in cui un individuo si rende conto che lentamente ha estromesso Dio dalla propria vita: capita anche ai preti e ai religiosi, quando contano troppo su di sé, sulle proprie risorse, “quando prendete le vostre decisioni e vi basate su criteri mondani e non evangelici”. Ma nella grazia del pianto c’è l’inizio del cammino di conversione.

Rifacendosi all’esperienza del popolo d’Israele nell’Esodo, il Santo Padre evidenzia che nel “gioco di amore” portato avanti da Dio, “fatto di assenza minacciata e di presenza ridonata”, si realizza la riconciliazione con il suo popolo, e da questo viene fuori una nuova maturità nella relazione con Dio.

“Cari fratelli, è questo il senso della Quaresima che vivremo – ha chiarito il Pontefice –. Negli esercizi spirituali che predicherete alle persone delle vostre comunità, nelle liturgie penitenziali che celebrerete, abbiate il coraggio di proporre la riconciliazione del Signore, di proporre il suo amore appassionato e geloso”.

Proseguendo il suo discorso, il Papa ha indicato ai sacerdoti il coraggio di Mosè, che ricorda a Dio che è Lui il responsabile del suo popolo: “Ci vogliono dei ‘pantaloni’, per parlare così con Dio! Ma noi dobbiamo parlare così, come uomini, non come pusillanimi!”

Infine, il Papa ha ricordato che “il peccato ci deturpa” e ha citato anche la piaga degli abusi nella Chiesa quale esempio evidente del male di cui anche i sacerdoti e i consacrati sono capaci. Eppure, ha detto ai sacerdoti: “Dio ci prende per intercedere per i nostri fratelli e per distribuire agli uomini, attraverso le nostre mani per nulla innocenti, la salvezza che rigenera”; ha ricordato che “il Signore sta purificando la sua Sposa e ci sta convertendo tutti a sé” e per questo ha esclamato: “non abbiate timore di giocarvi la vita al servizio della riconciliazione tra Dio e gli uomini”.

Il testo completo del discorso del Papa al clero di Roma è disponibile, in italiano, qui.

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