India – Il Direttore Salesiano e il nuovo manuale: un rinnovamento che va avanti, tornando alle origini
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06 Agosto 2019

(ANS – Chennai) – Il Dicastero per la Formazione ha appena terminato di dare gli ultimi ritocchi al nuovo Manuale del Direttore richiesto dal Capitolo Generale 27. Come l’edizione precedente, porta il titolo: “Il direttore salesiano – un ministero per l’animazione e il governo della comunità locale”. Pubblichiamo oggi la prima parte di un intervento di presentazione da parte di don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione.

“Come si potrebbe sintetizzare questo nuovo manuale in poche parole? Mi è stato chiesto dalla nostra agenzia, ANS. “Pensa che sia un commento al celebre consiglio dato da Don Bosco a Don Rua, primo Direttore della nostra Congregazione: ‘Studia di farti amare’?”. Ho detto di no, il cuore di questa nuova edizione sta nella parola comunità” posta nel titolo, che significa non solo la comunità religiosa salesiana, ma anche la comunità educativo-pastorale (CEP).

Il nuovo Manuale del Direttore cerca di incarnare la mutata concezione del Direttore salesiano nel contesto della nuova idea di comunità emersa sin dal Capitolo Generale 24. Quel Capitolo, con il titolo che conteneva già un programma Salesiani e Laici: comunione e condivisione dello spirito e della missione di Don Bosco è uno spartiacque nella storia della nostra Congregazione, punto culminante del nostro rinnovamento postconciliare. In esso, la genialità teologica di Don Viganò si è unita alla sapienza pastorale di Don Vecchi in una sintesi inarrestabile, come dice Rossano Sala. È lincarnazione salesiana dellecclesiologia della comunione del Vaticano II.

L’“ecclesiologia della comunione è un modo forbito per dire che la Chiesa appartiene a tutti, e non solo a sacerdoti e religiosi. Significa che persone di tutti gli stati di vita - laicale, consacrato e sacerdotale - partecipano, in modi diversi, alla missione della Chiesa. Significa che nessuno nella Chiesa è solo un destinatario passivo della pastorale.

Quando il Capitolo Generale 24 ha parlato della condivisione della missione salesiana con i laici, alcuni lhanno liquidata come una manovra di sopravvivenza dellOccidente, visto che sorgevano poche vocazioni salesiane. Dobbiamo riconoscerlo ora, invece, per il passo radicale che è stato nellaggiornamento del carisma salesiano. Nel senso migliore, è un rinnovamento che va avanti, tornando indietro. Sappiamo molto bene che Don Bosco iniziò il suo lavoro a Valdocco con laiuto di persone di diverse estrazioni sociali, tra cui sacerdoti diocesani, laici e donne sua madre, Mamma Margherita, e con lei la madre di Don Rua e persino la madre del futuro arcivescovo mons. Lorenzo Gastaldi.

Così la parola comunità nel nuovo manuale del Direttore non intende solo la comunità religiosa salesiana, ma anche la CEP. In verità il cambiamento incide ancora più a fondo. Potrebbe essere scioccante, ad esempio, leggere laffermazione che oggi esistono solo due tipi di opere salesiane: quelli affidate congiuntamente a salesiani e laici; e quelle affidate completamente ai laici, sotto la guida dell’Ispettoria. Non cè, in altre parole, nessun terzo tipo di opere di soli salesiani”, nemmeno in quei luoghi in cui ci sono abbastanza vocazioni. E ancora una volta il manuale riprende semplicemente le posizioni del CG24 e gli sviluppi di quel Capitolo fatti da Don Vecchi (vedi AGC 363) e ratificati dal CG25.

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