Perù – I salesiani per i giovani poveri: al lavoro nella sierra e nella selva
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10 Dicembre 2019

(ANS – Cusco) – Cusco, l’antica capitale imperiale degli Inca, a 3.300 metri di altitudine, è sede di una scuola salesiana con un migliaio di allevi molto apprezzata dalla gente del luogo, tanto che per ogni posto disponibile nelle classi del primo anno ci sono una cinquantina di richieste di iscrizione. Cusco è anche la città più vicino ad un’altra opera simbolo: la scuola agricola di Monte Salvado.

Cusco ha un centro storico coloniale stupendo e i siti archeologici degli Inca, pur ridotti a pochi resti dai coloni spagnoli che volevano cancellare l’antica cultura pagana, raccontano di un passato glorioso di una società ben organizzata.

Dentro la città, oltre alla scuola, salesiani gestiscono un oratorio festivo e la “Casa Don Bosco”, cioè l’istituto che accoglie una cinquantina di ragazzi poveri ed abbandonati che hanno problemi familiari oppure vengono dalle valli andine più disperse.

Per arrivare da Cusco a Monte Salvado ci vuole un giorno intero di auto, procedendo verso l’interno del Perù e la zona della selva, per strade sempre più strette, piene di curve su pendii scoscesi, in cui l’asfalto e le buche si contendono lo spazio della carreggiata in egual misura.

L’opera è situata in una regione in cui dalla sierra cede il passo alla selva. Sempre in montagna, ma a soli 1.100 di altitudine, vicino al torrente. È una grande scuola agricola che si trova al centro di una proprietà di circa 80 ettari di terra, non tutti coltivati perché alcune aree sono estese su pendii troppo ripidi. La temperatura è tropicale e la frutta che cresce è saporitissima.

I duecento ragazzi e ragazze che frequentano la scuola sono campesinos, cioè figli di agricoltori che vivono coltivando la terra. Povera gente che vive isolata, spesso nelle zone alte delle montagne. Portano i figli a frequentare l’unica scuola superiore presente nella zona, e pertanto la metà degli allievi vive nei due collegi annessi alla scuola. Quello maschile è proprio vicino alle aule scolastiche, quello delle ragazze invece è nel vicino paese di Quabrada Honda.

Tra i ragazzi, semplici e diretti, un po’ timidi e chiusi, come tutti i montanari, si respira un vero clima di famiglia. Stare a contatto con la natura e con gli animali, imparare a trasformare i prodotti della terra (producono ottime marmellate e gustosi secchi di frutta) educa i giovani alla pazienza e alla dedizione con cure continue per vedere i risultati del proprio lavoro. Gli aranceti, le coltivazioni di caffè e cacao, gli ortaggi, insieme con galline, conigli, bovini e maiali sono l’habitat nel quale studiano. Questi figli dei campesinos della valle si diplomano al termine dei cinque anni di corso.

Non mancano le sfide per i salesiani che devono gestire una simile opera. La prima è quella educativa, perché non è facile trovare docenti che accettino di vivere in questo luogo sperduto per essere insegnanti della scuola agricola, quando è molto più gradevole una cattedra in città dove tutti i confort sono a portata di mano.

La seconda sfida da affrontare è quella economica, perché le famiglie di questi allievi sono poverissime. Vivono di una agricoltura di sussistenza che non permette loro di pagare la retta per la frequenza e ancor meno quella per metter i figli nel convitto. Per questo la scuola agricola ha anche una sezione produttiva, con la vendita di animali e prodotti della terra, che favorisce così il rientro economico. Ma non è facile vendere i prodotti quando le distanze dai centri abitati sono enormi!

La terza sfida è tecnologica: la scuola è così isolata che non arriva l’energia elettrica. I salesiani hanno costruito una piccola centrale idroelettrica che sfrutta l’acqua del torrente vicino. Ma quando, nella stagione secca l’acqua scarseggia, il problema energetico diventa serio.

Il futuro di questa scuola è duro e le sfide sono tante, ma certamente l’opera del Monte Salvado è una casa estremamente significativa “salesianamente” parlando. È proprio per questi ragazzi poveri ed abbandonati che Don Bosco ha speso tutta la vita, fino all’ultimo respiro. Per questo i salesiani confidano nella Provvidenza e vanno avanti!

Ulteriori informazioni su: www.missionidonbosco.org 

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