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Brasile – “Se credi nel potere del bene e dell’amore, non fermarti”: una riflessione a partire dalla Strenna 2020
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10 Gennaio 2020

(ANS – San Paolo) – Il Rettor Maggiore chiede che la Strenna per il 2020 sia il “filo conduttore” dell’attività pastorale. Per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani, la Famiglia Salesiana ha ereditato il famoso binomio “buoni cristiani e onesti cittadini”, ma si nota una crescente fragilità, perché non sempre siamo apostoli-missionari e non sempre educhiamo i giovani alla cittadinanza. 

Don Bosco, nel suo contesto, seppe rispondere alle esigenze. Visse e seppe infondere una spiritualità vissuta nel quotidiano, segnata da un clima di amicizia, cordialità, familiarità e tanto amore; e così formò giovani cristiani, cittadini convinti, tra cui i “primi salesiani” che avrebbero dato vita al grande e “meraviglioso albero” della sua Famiglia Salesiana. Come scrive il Rettor Maggiore: "La Famiglia Salesiana è un albero che oggi conta migliaia di amici e benefattori grazie ai quali possiamo fare molto bene”. Un albero che ha come rami migliaia e migliaia di laici che condividono il carisma di Don Bosco e che lavorano quotidianamente nelle opere della Famiglia Salesiana in tutto il mondo.

La popolazione giovanile nel mondo è numerosa e non è mai stata così povera e bisognosa come oggi, sia per numero, sia per condizioni di vita, afferma il Rettor Maggiore. È necessario occuparsi delle loro situazioni reali, come la mancanza di opportunità, la formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro, tra le altre.

Perché percepiamo tanta sofferenza e non ce ne rendiamo conto? Perché vediamo crescere tante forme di violenza, aggressione e distruzione e non facciamo nulla per cercare la fraternità? I giovani di oggi cercano l’effimero, le apparenze, la felicità individualistica e consumistica. E per formare il buon cristiano e l’onesto cittadino, è necessario che i giovani abbandonino l’egocentrismo e mettano il loro progetto di vita “al centro delle loro scelte”.

Un atteggiamento fondamentale dell’educatore è quello di saper ascoltare. Oggi tutti vogliono parlare, scrivere o dire “quello che pensano, sentono, conoscono, credono”. Ma manca la gente che ascolti. Nelle Memorie Biografiche è possibile vedere come Don Bosco si metta nelle mani del suo direttore, il sorridente e affabile don Cafasso, e lo ascolti attentamente per discernere il cammino vocazionale da seguire.

Nel binomio “buoni cristiani e onesti cittadini”, c’è un progetto evangelizzatore ed educativo per programmare le attività educative-pastorali. Per dirla con le parole di don Agnaldo Soares, SDB: “Se credi nel potere del bene e dell'amore, non fermarti mai e non arrenderti mai. Continua a seminare piccoli gesti di bontà, che faranno sempre la differenza e irradieranno felicità e speranza in molte vite”.

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