Brasile – Riposa in pace, don Georg Lachnitt, vero salesiano, amico degli indigeni

21 Aprile 2020

(ANS – Campo Grande) – Ieri, lunedì 20 aprile, don Georg Lachnitt, SDB, è partito per la casa del Padre, con 81 anni d’età, 62 anni di vita religiosa e 52 di sacerdozio. “Don Lachnitt è stato un grande salesiano, un sacerdote zelante e un missionario innamorato della causa degli indigeni, a cui ha dedicato la sua vita. Era fedele alla Chiesa e alla Congregazione. Lodiamo Dio per tutto questo” affermano dalla Casa Ispettoriale di Brasile-Campo Grande (BCG).

Don Lachnitt era nato a Markrode, nella Slesia tedesca, il 3 aprile 1939, mentre l’Europa era alla vigilia della II Guerra Mondiale. Trascorso tutta la sua infanzia a soffrire gli orrori di questo flagello e con tutta la sua famiglia visse anche l’angoscia della deportazione e le conseguenze di una Germania devastata dal conflitto mondiale. Nel settembre 1953 entrò nell’aspirantato salesiano a Burghausen, nel sud della Germania, dove completò gli studi fondamentali. Fece il noviziato a Ensdorf/Germania e a 19 anni partì come missionario per il Brasile, venendo assegnato all’Ispettoria di Campo Grande. Nel 1958, mentre era ancora nel noviziato, deciso di diventare missionario insieme a don Rudolf Lunkenbein, oggi riconosciuto Servo di Dio. Proprio in un’intervista rilasciata a proposito di don Lunkenbein, recentemente don Lachnitt aveva raccontato l’emozione di trovarsi a Roma mentre veniva eletto Papa Giovanni XXIII, poco dopo la loro emissione dei primi voti salesiani e pochi giorni prima di partire per il Brasile.

All’inizio della sua vita e del suo lavoro in Brasile prestò servizio nelle case di formazione, perché era un eccellente pianista. In obbedienza all’allora Ispettore, don Geraldo Pompeo, iniziò poi a lavorare con gli indigeni di Sangradouro. In questa attività si è distinto per aver scritto diversi libri sulla lingua e la cultura xavante, producendo persino la prima traduzione del Messale Romano in lingua xavante.

Organizzò il Centro di Documentazione Indigena dell’Ispettoria e partecipò a conferenze e seminari in Brasile e all’estero. Ha lavorato all’organizzazione e alla gestione di corsi di formazione per operatori pastorali di etnia xavante. Ha continuato a lavorare fino alla fine dell’anno scorso, fermandosi solo per prendersi cura della salute che è rapidamente peggiorata all’inizio dell’anno.

Fino al 2019 ha coordinato il Nucleo di Progetti e Ricerche Indigene dell’Università Cattolica Don Bosco (UCDB). “Preghiamo per il riposo eterno di questo nostro fratello e per il dono della sua vocazione missionaria salesiana, soprattutto tra le popolazioni indigene” dicono oggi per lui i salesiani di BCG.

“Conoscevo il fiero don Lachnitt, che parlava di un mondo e tradizioni che non erano sue per natura, ma che, una volta assunte, divennero per lui quasi un secondo habitat. Ebbe una storia sofferta fin dalla nascita: un padre ucciso nella I Guerra Mondiale, la famiglia che perse tutto con la caduta della Germania nella II Guerra Mondiale, fu deportato e rimase senza soldi e senza casa, considerato uno straniero pure tra la sua gente. Ma durante la sua vita ha coltivato un’anima felice e si è dedicato a coloro che ha scelto e che è stato chiamato ad amare” testimonia di lui il giovane coadiutore attivo presso l’UDBC, sig. José Gillianno.

“Grande missionario salesiano della Liturgia tra gli indigeni, soprattutto tra gli Xavante. Conseguì il dottorato in Liturgia presso la Facoltà di Teologia di Nostra Signora dell’Assunzione a San Paolo, con la sua splendida tesi ‘Simboli nell’iniziazione cristiana tra gli Xavante’, della quale ho avuto l’onore di far parte della commissione. Riposa in pace” ha commentato il cappuccino José Ariovaldo da Silva.

“Stava ancora lavorando alla ricerca di materiali e testimonianze sui martiri don Lunkenbein e Simão Bororo. Riposa in pace, nostro grande missionario, liturgista e amico nel viaggio con le popolazioni indigene”, conclude suor Silde Coldebela, delle Pie Discepole del Divin Maestro.

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