Israele – Don Stephen Kuncherakatt, SDB, chiamato alla Gloria di Dio

08 Giugno 2020

(ANS – Gerusalemme) – Don Stephen Kuncherakatt, SDB, è morto a Gerusalemme la notte del 2 giugno 2020. Era stato portato all’ospedale italiano di Haifa per un controllo; i salesiani che lo accompagnavano non sono potuti restare con lui a causa delle norme di emergenza sanitaria e don Kuncherakatt è spirato in silenzio, accompagnato dalle suore dell’ospedale, guidate da suor Emanuela Verdecchia, che ha sempre avuto una speciale preoccupazione per i salesiani, e in modo speciale per don Kuncherakatt, che era in cura da tempo per un tumore.

Don Stephen, com’era comunemente noto, era nato il 27 giugno 1934 a Kidangore, Kerala, India. Emise la sua prima professione il 24 maggio 1958, la professione perpetua il 24 maggio 1962 e venne ordinato sacerdote il 29 gennaio 1966.

Exallievo dell’Istituto “St. Mary” di Kidangore, nel 1967 conseguì la laurea presso il Seminario Papale di Pune, in India, e nel 1971 il dottorato in Liturgia presso il Pontificio Ateneo “Sant’Anselmo” a Roma. Ha servito dal 1971 al 1975 come Decano dell’Istituto Universitario “Sacro Cuore” di Tirupattur; come Maestro dei Novizi dal 1991 al 1997 per i noviziati di Vellakinar (Coimbatore) e Yellagiri. Inoltre, fu anche Direttore e Vicario in diverse comunità, tra cui: “San Tommaso”, presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma (UPS); Istituto “Sacro Cuore” di Tirupattur; Istituto “Kristu Jyoti” di Bangalore; il “Sacro Cuore”, di Tirupattur…

Nel 2003 gli venne assegnato l’incarico di Professore di Latino e Liturgia nell’allora Teologato salesiano di Cremisan, Israele. Nel 2004 assistette al trasferimento del Teologato da Creamisan a Ratisbonne, dove ha continuato a servire come docente, confessore e padre spirituale per studenti, sacerdoti, religiosi e laici fino al suo ultimo giorno di vita terrena.

Don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione della Congregazione Salesiana, così ha commentato la sua dipartita: “La vita e la morte sono un vero mistero: quest’uomo, che è sempre stato una persona di comunità, è morto lontano dalla sua comunità, secondo il buon disegno di Dio. Eppure, lascia dietro di sé ricordi meravigliosi: basta guardare gli omaggi spontanei che affluiscono su Facebook da persone che lo hanno conosciuto, in India, a Roma, a Cremisan e a Gerusalemme.

Era quel tipo di uomo: uno che poteva, in silenzio, raggiungere e toccare con mano la vita delle persone. Fu uno dei miei Direttori durante gli anni al ‘Kristu Jyoti’, anni che probabilmente non furono facili per lui, ma lo conobbi molto meglio quando poi fui Direttore a Gerusalemme: un uomo di profonda fede che viveva il suo sacerdozio salesiano in modo bello, gentile e discreto.

La cosa più evidente in lui era il lavoro: aveva la passione per il giardinaggio, rendeva bella Ratisbonne, e credo che abbia continuato a lavorare quasi fino alla fine, nonostante tutte le nostre suppliche di riguardarsi. Ma dietro quella passione c’era anche il ministero discreto e molto apprezzato nell’ambito del sacramento della Riconciliazione e dell’accompagnamento spirituale, non solo all'interno della comunità, ma anche nella città di Gerusalemme: una delle cose più belle di Ratisbonne era che era benedetta da due meravigliosi confessori: don Stephen e don Vernet.

E poi, come se non bastasse, curava un altro ministero, davvero nascosto: raggiungere i suoi confratelli di tutto il mondo. Riceveva da ogni parte, letteralmente, richieste di aiuto per “rieditare” o meglio “correggere” le tesi di licenza e forse anche di dottorato, e Dio solo sa quante ore don Stephen passasse in questo servizio silenzioso e invisibile.

Don Stephen era speciale anche perché era sempre intorno alla casa e disponibile a salutare o addirittura a guidare i non infrequenti visitatori, per lo più Israeliani, che volevano conoscere Ratisbonne – che gioca un ruolo importante nella storia della Città Nuova, essendo uno dei primi edifici costruiti fuori dalla Città Vecchia da un Ebreo convertito al Cattolicesimo, e anche perché, durante la guerra del 1948, il monastero ospitò donne e bambini del kibbutz in prima linea nei combattimenti. Ma non si trattava solo di questi visitatori: don Stephen aveva un modo particolare di tenersi in contatto con gli amici di tutto il mondo: una telefonata qui, una mail lì, e di recente anche tramite Facebook e WhatsApp. La sua gentilezza ha raggiunto e toccato salesiani e persone davvero di tutto il mondo.

È invecchiato con grazia nel corso degli anni, e Dio lo ha richiamato a sé nel silenzio. Sentiremo la mancanza di don Stephen e Ratisbonne non sarà più la stessa senza di lui”.

“Crediamo che don Stephen sia entrato nella Gloria del Signore, e così la nostra comunità ha ora un angelo custode che prega e veglia su di noi” ha aggiunto Cornelius Robert U-Sayee, SDB, Studente di Teologia al Monastero Salesiano di Ratisbonne-Gerusalemme.

Don Kuncherakatt è stato sepolto a Cremisan venerdì scorso, 5 giugno, dopo la Messa funebre celebrata nel monastero salesiano di Ratisbonne.

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