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Lituania – La Famiglia Salesiana lituana ricorda il suo patriarca: don Antanas Skeltys

30 Luglio 2020

(ANS – Griskabudis) – Sabato 25 luglio la Famiglia Salesiana lituana ha dedicato una giornata di ricordo e riconoscenza al primo salesiano lituano, don Antanas Skeltys, in occasione dei 60 anni dalla sua morte.

C’è un motto che viene trasmesso fin dai primi anni di scuola ai bambini e che unisce spiritualmente e civilmente gli abitanti del piccolo e dignitoso paese baltico della Lituania: “Ricorda, Proclama, Onora”.

La giornata di sabato 25 luglio 2020 è stata celebrata e vissuta dalla Famiglia Salesiana lituana proprio con l’intento di esprimere ricordo e riconoscenza verso il primo salesiano lituano: don Antanas Skeltys.

Nato in un piccolo paese della fertile pianura agricola della regione della Suvalkija, il giovane Antanas, desideroso di farsi prete, ma di modeste condizioni economiche, venne a conoscenza dei Salesiani e di Don Bosco. Scrisse allora ai superiori a Torino e ricevette la telegrafica risposta: “Vieni! Ti aspettiamo”. Fu il primo di una vera schiera di giovani lituani che in seguito raggiungeranno il Piemonte.

Studiò, divenne salesiano nel 1906, accolto dal beato Don Michele Rua, e fu ordinato sacerdote nell’agosto del 1914, ad una settimana dallo scoppio della Grande Guerra. Non potendo rientrare in patria, lavorò in Italia, nelle case di Verona e di Este, dove si attivò per fondare l’edizione lituana del Bollettino Salesiano, che faceva conoscere l’opera e la figura di Don Bosco nel piccolo, appena ricostituito, paese sul Baltico.

L’intera raccolta del Bollettino (stampato dal 1926 al 1940) fu provvidenzialmente salvata dal flagello comunista. Nel frattempo, già dal 1921, operò con zelo per far arrivare in Italia giovani lituani, affinché, affascinati dal carisma salesiano, diventassero futuri figli di Don Bosco. Per loro istituì la casa lituana di Perosa Argentina, poi trasferita a Castelnuovo Don Bosco.

Appena le condizioni glielo permisero, don Skeltys fece ritorno in patria e oggi è ancora possibile ammirare il “miracolo” della sua attività nel Paese. In un’ampia tenuta con un edificio imponente donato da un sacerdote lituano, celebre astronomo, si costituì una comunità di diversi salesiani che lavoravano a tempo pieno con gli oltre 100 ragazzi interni della scuola professione. L’opera rimase aperta dal 1934 al 1940, interrotta improvvisamente nel suo pieno fiorire dall’occupazione sovietica.

Negli anni successivi don Skeltys – che tra l’altro si meritò il titolo di Giusto tra le Nazioni per i tanti Ebrei salvati durante l’occupazione nazista – visse in oculata clandestinità in piccole parrocchie di villaggio, nascondendosi dagli agenti del KGB, fino alla morte avvenuta il 28 luglio 1960.

Sabato 25, pertanto, nel suo villaggio natale di Griskabudis, è stata commemorata la figura di quest’intrepido salesiano.

La solenne celebrazione è stata presieduta dall’arcivescovo emerito di Kaunas, il card. Sigitas Tamkevicius, che da bambino fece da chierichetto a don Skeltys durante la sua clandestinità e che sarà poi presente al suo capezzale nelle sue ultime ore di vita, chiedendo per lui la grazia dei sacramenti.

Il cardinale ama ricordare con riconoscenza che deve proprio a don Skeltys la sua vocazione sacerdotale e il suo amore a Don Bosco, conosciuto leggendo un libretto sul santo regalatigli dal buon sacerdote. La Messa è stata concelebrata dal vescovo ausiliare di Vilnius, mons. Arunas Poniskaitis, pronipote dello stesso don Skeltys.

La giornata ha visto raccolti tutti i rappresentanti della Famiglia Salesiana presenti in Lituania, Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Salesiani Cooperatori – a cui si deve l’iniziativa di questa commemorazione – amici e simpatizzanti della Famiglia Salesiana.

Il coro della parrocchia salesiana di Vilnius ha animato la liturgia, trasmessa sulle frequenze di Radio Maria.

Nell’omelia il cardinale ha delineato il profilo della spiritualità radiosa di don Skeltys, a cui, come a San Giacomo, di cui quel giorno ricorreva la memoria liturgica, non mancò di bere al calice della sofferenza del suo Salvatore. Il giubileo si è concluso tra discorsi, canti e corone di fiori presso la sua tomba, collocata nei pressi della chiesa, sulla cui lapide è incisa la frase: “L’anima di ogni uomo è degna del sacrificio di tutta la nostra vita: trovarla, aiutarla e consegnarla a Dio”.

“Grazie don Antanas, Don Bosco della Lituania!” è stato il grido di riconoscenza unanime di questa giornata di celebrazione.

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