Negli ultimi anni si è anche notato che tra i partecipanti a questi campi alcuni sono diventati sacerdoti o religiosi. Per questo motivo i salesiani ungheresi considerano questo campo come una delle occasioni speciali per la promozione vocazionale e molti di loro mettono grande cura nell’interazione con i ministranti, accompagnandoli come animatori.
Circa 100 ragazzi hanno preso parte al campo quest’anno, che si è svolto, nel rispetto delle misure di sicurezza, dal 14 al 18 luglio. Don Kirner Zoltán, SDB, che quest’anno celebra i 25 anni di ordinazione sacerdotale, è stato il direttore spirituale del campo, il cui scopo è stato trasmettere ai ragazzi la cura e la passione per la liturgia, insieme a creare delle dinamiche di gruppo e a farli divertire in maniera sana.
Ogni giorno i giovani, divisi in squadre, hanno potuto partecipare ad una sessione di formazione sul tema “Ecco il mistero della fede”, tenuta da don Zoltán. Tale sessione veniva poi affiancata da molti laboratori, attività sportive e dinamiche per rafforzare il lavoro di squadra, dato che i partecipanti al campo provenivano da diverse parrocchie, anche non salesiane.
Al termine del campo, alla squadra vincitrice è stata consegnata la Coppa dei Ministranti, intitolata al Beato Stefano Sándor, il salesiano coadiutore ungherese martirizzato nel 1953; mentre il miglior ministrante del campo è stato premiato con la statua di San Domenico Savio, patrono dei chierichetti.
I partecipanti hanno valutato questo campo come un’attività gradevole e gioiosa e per questo hanno ringraziato i salesiani, in particolare don Ábrahám Béla e don Andrásfalvy János, rispettivamente ex-Ispettore e Ispettore in carica.
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