India – Consulente psicologica di una scuola salesiana premiata per il suo impegno con i poliziotti in prima linea contro Covid-19

23 Settembre 2020

(ANS – Nuova Delhi) – Da mesi, in ogni parte del mondo, non si fa che ringraziare quanti operano in prima linea nel contrasto alla diffusione di Covid-19: medici, infermieri, personale sanitario, così come le forze dell’ordine. Ma chi si preoccupa di chi opera in prima linea? Ci sono degli specialisti anche in questo campo e uno di questi, Anjali Tresa Veliath, Consulente Piscologica della Scuola Salesiana “Don Bosco” di Alaknanda, nell’Ispettoria di Nuova Delhi, è stata recentemente insignita con un premio da parte della Polizia per il suo straordinario servizio di assistenza ai poliziotti impegnati nel far rispettare le misure restrittive anti-contagio.

L'improvvisa diffusione di Covid-19 ha di colpo fermato la vita di tutti. Una nuova malattia, un enorme stigma, un’immensa quantità di paura, una gran confusione informativa, senza contare le scene di sofferenza trasmesse globalmente… In India, mentre la Nazione fronteggiava il suo lockdown, con tutti i problemi conseguenti, era la Polizia che si doveva occupare di far rispettare la legge, a favore del bene comune.

Nel compiere il loro lavoro molti membri del personale della Polizia sono rimasti contagiati e per questo i funzionari della Polizia di Delhi hanno avvertito il bisogno di offrire loro un sostegno psicologico. Un’équipe di 23 psicologi e consulenti impegnati e qualificati, supportati da psichiatri e medici, ha raccolto la sfida, puntando al “benessere dei poliziotti di Nuova Delhi”.

La giovane psicologa e consulente Veliath, titolare di un Master in Psicologia Clinica, è stata quindi contattata dall’équipe di consulenti psicologi “Distress Management Collective India” e ha subito aderito con entusiasmo all’iniziativa. “All’inizio è stato difficile, perché ho scoperto che molti poliziotti non erano pronti a ricevere un sostegno psicologico. Ma lentamente sono riuscita a conquistarli. Dal 5 maggio fino ad oggi ho dato sostegno psicologico e conforto ad oltre 200 agenti di Polizia” ha raccontato la dottoressa attiva presso la scuola salesiana.

L’impressione generale che ha avuto è che il problema maggiore avvertito tra i pazienti era la paura di morire, fomentata dall’alto tasso di mortalità registrato in diversi Paesi. Il secondo aspetto emerso è stato la riottosità all’isolamento: nessuno voleva stare in quarantena. Il terzo era lo stigma; alcuni temevano di non essere accettati anche se fossero guariti – il che ha creato il cortocircuito per cui molti contagiati nascondessero il loro status di positività a Covid-19 ai loro familiari.

Con sentimenti di soddisfazione, dopo aver ricevuto il Certificato di Apprezzamento da S.N. Shrivastava, Commissario di Polizia di Delhi, la dott.ssa Veliath ha affermato: “Non ho mai visto nulla di simile all’impatto di Covid-19 sulle persone. Queste sessioni di consulenza con i pazienti contagiati sono state diverse da ogni altra cose, perché si è trattato più di una gestione della crisi e lo sforzo è stato concentrato soprattutto sulla mitigazione della paura. E ho dovuto farlo sotto sforzo, perché in un solo giorno c’erano molte persone che avevano bisogno di me”.

Don Babu Varghese SDB

InfoANS

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