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Italia – “Liberi di partire, liberi di restare”: un’esperienza di solidarietà e riscatto maturata anche presso il centro salesiano di Castel de’ Britti

17 Novembre 2020

(ANS – Bologna) – “Liberi di partire, liberi di restare” è stata una campagna triennale (2017-2020) della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) volta a sensibilizzare la popolazione italiana sul tema delle migrazioni e a realizzare progetti di sviluppo nei Paesi di partenza, di transito e di accoglienza dei migranti, specialmente dei più vulnerabili. In totale, la campagna ha investito oltre 27,5 milioni di euro dei fondi ricavati dall’8x100 e ha portato alla realizzazione di 130 progetti. Il Centro di Formazione Professionale salesiano di Castel de’ Britti, nei pressi di Bologna, è stata una delle sedi di attuazione.

Donne liberate dalla tratta della prostituzione, assistenza di minori non accompagnati, formazione al lavoro: sono solo alcuni esempi di come il progetto “Liberi di partire, liberi di restare” è entrato concretamente nel riscatto di molti migranti.

Nella diocesi di Bologna la Caritas italiana ha istituito un tavolo di progetto a partire dal 2018, che ha coinvolto quattro realtà già operanti sul territorio: l’associazione “Albero di Cirene”, l’associazione “Papa Giovanni XXIII”, il “Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione Aggiornamento Professionale” dell’Emilia Romagna e la cooperativa sociale “Ceis Arte”.

“Questo tipo di esperienza – spiega Elisabetta Cecchieri, responsabile della Caritas diocesana per il progetto “Liberi di partire, liberi di restare” – ci ha permesso di lavorare e ragionare insieme su soluzioni concrete e di conoscerci ancora meglio. Abbiamo voluto creare una cabina di regia per investire al meglio sul nostro territorio i 60.000 euro ricevuti dal progetto”.

Nel dettaglio l’“Albero di Cirene”, che ha attività di aiuto sulla strada, ha scelto di creare percorsi di formazione per i giovani volontari e ha implementato la capacità di accoglienza per le donne che uscivano dalla tratta. La “Ceis Arte”, presso la sua casa di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, ha promosso una scuola di cultura italiana come servizio per una maggiore accoglienza e integrazione.

Ben due i progetti attivati anche al centro di Castel de’ Britti, fra i quali un corso per saldatori. Il progetto si è svolto fra l’aprile del 2018 e il marzo di quest’anno, per una durata totale di circa 50 ore, alle quali vanno aggiunte quelle dedicate alla formazione sulla sicurezza sul lavoro. “Hanno partecipato sia ragazzi minorenni che maggiorenni, 9 in totale, fra i quali alcuni segnalati dall’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona – ha spiegato Lucia Mele, del centro salesiano”. L’abilitazione alla professione di saldatore in Italia prevede necessariamente il possesso di un patentino che, a seconda della tipologia di lavoro, necessita di un aggiornamento e il cui costo si aggira intorno ai 1.500 euro – una cifra fuori portata per la gran pare dei giovani del CFP salesiano.

Ma questi ragazzi “avendo una formazione, in parte svoltasi proprio in azienda, possono comunque invogliare i datori di lavoro ad assumerli. Sarà poi il datore di lavoro a provvedere al patentino” assicura la dott.ssa Mele. E, in effetti, questo percorso ha già dato i suoi frutti, portando all’occupazione di diversi ragazzi nell’ultimo periodo.

“Liberi di partire, liberi di restare” ha rappresentato l’impegno della Chiesa italiana, e di tante realtà cattoliche attive sul territorio, perché cresca la consapevolezza delle storie dei migranti, si sperimenti un percorso di accoglienza, tutela, promozione e integrazione dei migranti, senza dimenticare il diritto di ogni persona a vivere nella propria terra.

Fonte: Don Bosco Italia

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