In occasione di questa importante ricorrenza, Papa Francesco ha posto l’attenzione sul tema della cultura della cura come percorso di pace.
La cultura della cura, come “impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti”, e “disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca”, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace, per “debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente”. È questo il fulcro del Messaggio del Santo Padre, per la 54.ma Giornata mondiale della Pace.
Papa Francesco ha riservato un pensiero particolare all’anno appena terminato, osservando che le sofferenze patite dall’umanità in questo 2020, su tutte la pandemia di Covid-19, sono l’evidenza di quanto sia necessario interessarsi gli uni degli altri. Non si può pensare di costruire la pace, se “cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri” e se non aiutiamo chi ha più bisogno.
Dunque, si può costruire la pace, sottolinea ancora il Santo Padre, solo se la troviamo dentro di noi e in chi ci sta vicino, ma soprattutto prendendoci cura di chi si trova nel bisogno. È una nuova cultura quella che deve crescere per “sconfiggere l’indifferenza, sconfiggere lo scarto e la rivalità, che purtroppo prevalgono”.
Papa Francesco ha concluso, infine, con l’auspicio che dovunque regni la pace: nei cuori, nelle famiglie, nel lavoro, nelle Nazioni. È la pace, ripete il Pontefice, ciò di cui abbiamo bisogno, oggi che la vita è toccata “dalle guerre, dalle inimicizie, da tante cose che distruggono… vogliamo pace. E questo è un dono".
Il testo integrale del messaggio del Papa è disponibile qui.
