Italia – Giovani, educatori e reti sociali: l’esperienza dell’oratorio salesiano di Ragusa

02 Febbraio 2021

(ANS – Ragusa) – “La leggerezza con cui si tende ad usare le reti sociali, ignari di insidie e pericoli, dovrebbe indurci a riflettere e ad intervenire”. Sono le parole di Alfio Eugenio Pappalardo, 29 anni, salesiano dell’istituto di Ragusa, impegnato dal 2019 nella guida dell’oratorio. Nel marzo scorso, per non perdere il contatto educativo con gli oratoriani, ha pensato a qualcosa di alternativo alla preghiera del pomeriggio in cortile, che potesse attirare l’attenzione a distanza, senza tralasciare l’obiettivo principale della riflessione e della preghiera.

Ha scelto TikTok, in quanto rete sociale più usata dai preadolescenti e dagli adolescenti, che gli ha permesso di fare dei brevissimi video dal titolo quotidiano “Un minuto per pregare”.

“La tragica notizia di Antonella (la bambina palermitana di 10 anni morta dopo una sfida estrema nata su Tik Tok, NdR) mi ha profondamente turbato – spiega don Alfio –. Da fruitore, come educatore, di questa piattaforma social, ritengo fondamentale sottolineare come essa non rappresenti un ‘male’ se usata nella giusta maniera”.

Il sacerdote si è mosso con un sondaggio su Instagram, “per riflettere con i ragazzi e i genitori dell’oratorio sull’accaduto. Hanno risposto al sondaggio in circa 200 e si sono espressi non per l’eliminazione dei social, ma per un’educazione al suo corretto utilizzo”.

Quanto alla strategia da seguire, “dobbiamo fare formazione negli ambienti ecclesiali, guidare i ragazzi in questo mondo – continua il giovane salesiano –. Se venissero educati ad un utilizzo corretto, si potrebbero veicolare vari messaggi e sfruttarli per il ‘bene’. È fondamentale dedicare momenti ad hoc al mondo virtuale, nuovo cortile della nostra società, nuova finestra sul mondo; non con un incontro l’anno, ma attraverso un accompagnamento giornaliero, creando gruppi che si occupino dell’argomento, anche responsabilizzandoli per sé e per i propri compagni, una sorta di cura reciproca”.

Un’educazione preventiva è necessaria, poiché è triste che per intervenire si debba sempre aspettare che avvenga un fatto tragico e bisogna richiamare l’attenzione delle famiglie: “Anche i genitori devono agire – prosegue – e garantire un controllo, considerare ed anticiparne i rischi, ma molti sottovalutano la cosa lasciando i figli liberi di navigare sul web”.

“Allo stesso tempo si dovrebbe vigilare sull’età minima per l’accesso alle reti sociali, almeno fino ai 14 anni compiuti, e sempre dietro la supervisione dei familiari, i quali devono educarsi a loro volta e capire se il proprio figlio è pronto” conclude.

Dunque, se c’è un controllo e una formazione adeguati, i social possono avere una funzione fruttuosa ed efficace, come nell’esperienza di questo oratorio siciliano. “Grazie a TikTok, e attraverso dei video su YouTube – conclude –, realizziamo dei contenuti un po’ più profondi coinvolgendo i ragazzi stessi; ciò li rende protagonisti, responsabili in prima persona, consapevoli dell’importanza e dell’influenza che possono avere su chi guarda i video e segue le nostre pagine”.

A riprova di ciò, per la festa di Don Bosco, Alfio e i suoi ragazzi hanno realizzato un bel video dal titolo: “Don Bosco, uno sguardo d’amore”.

InfoANS

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