Italia – Il servizio ai più piccoli prima di tutto e in ogni circostanza. L’esperienza digitale del “DonBoScuola”

23 Marzo 2021

(ANS – Macerata) – Alle 15:00 puntali, da tanti anni, tutti i pomeriggi, all’oratorio-centro giovanile salesiano di Macerata tanti bambini e ragazzi si ritrovano per il “DonBoScuola”, un progetto che mira, da un lato, al sostegno scolastico di bambini che soffrono la povertà educativa e non, con l’obiettivo di far sì abbiano un accompagnamento allo studio quotidiano; e dall’altro, ad incrementare le dinamiche di socializzazione e inclusione attraverso laboratori e giochi. Anche il “DonBoScuola” ha risentito della pandemia e delle sue conseguenze. Ma non si è affatto fermato.

Fino a quando la situazione lo ha permesso il DonBoScuola ha proseguito le sue tradizionali attività in presenza: della cinquantina di bambini e ragazzi iscritti, nel rispetto di tutte le normative ed esigenze di sicurezza, ogni giorno ne venivano accolti una trentina, grazie al supporto quotidiano di cinque volontari che affiancavano i bambini nello studio e nel gioco.

Ma la determinazione della “zona rossa” nella città di Macerata ha fatto sì che i bambini non potessero più raggiungere la Casa Salesiana. Per questo la comunità educativo-pastorale salesiana, da martedì 9 marzo, ha messo in campo tutte le energie a disposizione per avviare il “DonBoScuola” nella modalità a distanza: ha coinvolto i ragazzi dai 16 ai 19 anni appartenenti al “Clan&Noviziato” del gruppo scout e alla “Compagnia del Savio”, e anche i giovani universitari; tutti loro si sono dedicati all’accompagnamento individuale, pur se digitale, dei piccoli destinatari dell’iniziativa.

Cercando di trasmettere spensieratezza e coesione, li hanno aiutati nei compiti, gli hanno fatto compagnia nella merenda e hanno organizzato per loro laboratori e giochi. Per tutti i volontari, soprattutto i più giovani, è stata una possibilità di dare una risposta pronta e responsabile alle tante opportunità di servizio che solitamente vengono proposte.

Alberto, Alessandra, Benedetta, Elena, Gaia, Giorgia e Gabriele sono alcuni dei giovani volontari coinvolti in quest’iniziativa. Ed ecco le loro testimonianze:

“L’esperienza del DonBoscuola è una delle esperienze più forti che si possano provare all’oratorio, sia per i ragazzi che per gli animatori. I ragazzi del DonBoscuola hanno culture diverse, eppure riescono a convivere bene tra loro. A distanza si perde il rapporto tra i ragazzi, ma tra l’animatore e il ragazzo si crea un rapporto molto bello, anche più del rapporto che si creerebbe in presenza”.

“Questo servizio mi ha aiutata molto, nonostante non lo credessi possibile. Infatti, quando mi è stato chiesto di fare il servizio per aiutare i bambini del ‘Donboscuola’ a fare i loro compiti non credevo mi potesse piacere. Avevo anche paura di non riuscire ad aiutarli come avrei voluto! Invece le due bambine che ho aiutato sono state molto brave e mi ha fatto davvero molto piacere aiutarle. Oltre a ciò, questo servizio, mi ha aiutata molto a trascorrere questo periodo di zona rossa in modo diverso e con nuove persone”.

“Il Donboscuola è un modo per sentirmi utile e per donarmi nel mio piccolo, specialmente in questa situazione, in cui tutti ci sentiamo impotenti contro una cosa più grande di noi”.

“Quando mi è stato chiesto di fare servizio al Donboscuola, sinceramente ho avuto paura, la prima sensazione che ho provato è stata quella di smarrimento, perché per la prima volta mi sarei trovata da sola con un bambino senza il sostegno di un gruppo. Quello che mi preoccupava, oltre ai compiti delle elementari, era il non essere capace di far stare i ragazzi a proprio agio e di non riuscire a instaurare un rapporto di fiducia. In solo due giorni di servizio ho ricevuto il regalo più bello possibile: un bambino di 10 anni che ti rivela i suoi sogni, in questo caso diventare un astronauta, e ti chiede di non andare via, anche se di fare i compiti non ne ha proprio voglia. Ho trovato un bambino molto intelligente e sensibile dietro una situazione che mi era stata riferita come complicata, e ho imparato a non fermarmi alle apparenze. Ovviamente lo studio ha messo alla provala mia pazienza, ma questo mi ha solo fatto capire che non bisogna pretendere di fare tutto e subito. Una lezione che dovrei imparare anche per me stessa”.

“In questo periodo così difficile anche solo l’opportunità di fare servizio non è assolutamente scontata. Per questo motivo anche se l’assistenza dei compiti ai bambini è molto più difficile a distanza che in presenza, anche solo per tenere la concentrazione, ho subito accettato la proposta che mi è stata fatta. Sapere che qualcuno ha bisogno di me e che io nel mio piccolo, insieme a tutto il clan, posso aiutarlo, mi riempie il cuore di gioia, sapendo già che in fondo tanto più si dà, tanto più si riceve. Dunque, nonostante la difficile situazione che stiamo affrontando, sarà un’esperienza che aiuterà me e tutta la mia comunità di clan a crescere e a percorre un pezzettino di strada in più”.

“Quando è stata instituita la zona rossa nella provincia di Macerata, ci è stato chiesto, come comunità di clan, di metterci a servizio dei ragazzi e bambini che frequentavano il DonBoScuola, affinché potessero continuare a trovare un sostegno nello studio durante il pomeriggio. Personalmente ho accettato con felicità la proposta pensando che avrei potuto mettere a servizio degli altri l’unica cosa che in un periodo come questo si ha in abbondanza: il tempo. Svolgendo le ‘lezioni’ con i ragazzi, ho così potuto capire che più che fare un servizio mi stavo arricchendo dentro, consapevole di star aiutando e quindi facendo del bene a chi ne richiede. Sono quindi contenta di poter dire che tutto il tempo che ho donato non sia stato perso, ma sia stato utile e mi sia tornato indietro come consapevolezza di poter, anche in questa situazione, rendere il mio tempo utile per qualcun altro”.

“In quest’ultima settimana, come altri ragazzi della casa, ho fatto il servizio del Donboscuola. Per me, è stata un’esperienza del tutto nuova ma veramente bella. Anche se è stato difficile organizzarsi con i vari impegni della settimana e cercare di far funzionare tutto fra i vari problemi di connessione, aiutare le bambine a fare semplicemente i compiti, mi è piaciuto molto perché mi ha fatto sentire d’aiuto per qualcuno e vedere il loro sorriso dopo che avevano svolto l’esercizio in modo corretto mi ha riempito il cuore di gioia. Passare del tempo, anche se poco, con loro, mi ha reso felice e sento che ognuna ha donato qualcosa all’altra”.

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