Timor Est – La celebrazione della Pasqua nel bel mezzo di una calamità naturale

14 Aprile 2021

(ANS – Dili) – Le inondazioni causate dal ciclone “Seroya” tra Timor Est e Indonesia hanno avuto un bilancio pesante. Stando ai dati aggiornati fino a ieri, 13 aprile 2021, risultano 223 vittime – 180 in Indonesia, 42 a Timor Est e una persino in Australia – e 102 dispersi.

Solo a Timor Est si calcola che siano oltre 10mila gli sfollati a causa delle inondazioni e migliaia sono anche le case e le infrastrutture distrutte, per la maggior parte concentrate nella Capitale del Paese, a Dili, che in questi giorni è stata definita una “fossa di fango”. Tra le realtà colpite e danneggiate, vi sono anche due strutture di isolamento per affetti da Covid-19 e l’ospedale nazionale “Guido Valadares”, il che fa temere anche possibili contraccolpi nella lotta a Covid-19.

In un contesto così difficile, pur se anch’essi provati dalle circostanze, i salesiani della Visitatoria “San Callisto Caravario” di Timor Est (TLS) hanno fatto e fanno quello che riesce loro meglio: si sono messi al servizio dei più bisognosi.

Racconta don Manuel Pinto, Vicario della Visitatoria TLS:

Le nostre celebrazioni pasquali evidentemente non dovevano tornare alla normalità… Sono due anni che, invece della chiesa piena, come solito, celebriamo con 5-10 persone a causa di Covid-19. Ma ciò che ci ha sorpreso di più, la domenica di Pasqua, è stata quest’enorme calamità naturale, con forti piogge e forti venti che sono stati seguiti da frane e inondazioni ovunque. I fiumi hanno distrutto i ponti, migliaia di famiglie povere hanno perso i loro rifugi e le loro cose, e anche molte vite sono andate perdute, compresa quella di un giovane che aveva svolto la formazione salesiana fino al postnoviziato, Alcino Kefi.

Dili, la capitale, e alcuni altri distretti vicini, sono rimasti sott’acqua. Molte persone sono senza acqua potabile, senza cibo, senza casa e molti altri senza un posto dove nascondersi e ripararsi. Fortunatamente coloro che vivono vicino alle comunità religiose sono riusciti a trovare dei posti e ad avere degli aiuti umanitari.

La comunità “Don Bosco” nel quartiere di Comoro, in particolare la comunità del Centro di Formazione, ha potuto ospitare più di 3.000 persone, tra parrocchiani e sfollati portati dalla Croce Rossa internazionale. Il Direttore del Centro di Formazione, don Hermenegildo Pereira, e il Preside, sig. Adriano de Jesus, SDB sono i principali coordinatori e sono sempre pronti ad accogliere le persone con un sorriso salesiano. Anche i nostri tirocinanti e altri 40 postnovizi sono stati pronti nel dare subito una mano per assistere le persone e distribuire gli aiuti.

Il buon Dio ci manda continuamente cibo, acqua, vestiti e tante altre cose necessarie attraverso tante persone generose, ONG, i nostri exallievi e la Famiglia Salesiana. Che il Dio dell’amore ricompensi la loro bontà. E preghiamo tutti per gli sfollati a Timor Est e in tutte le parti del mondo.

InfoANS

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