Uganda – Distribuzione di cibo alle persone vulnerabili durante il lockdown e la seconda ondata di Covid-19

08 Luglio 2021

(ANS – Kampala) – L’Uganda è recentemente entrata in un periodo di lockdown, a causa di una seconda e più grave ondata di Covid-19. La maggior parte delle persone non può lavorare a causa delle restrizioni e le più colpite sono ovviamente le famiglie povere, che normalmente sopravvivono con qualche guadagno quotidiano. Attualmente, la situazione è allarmante. L’Associazione dei Medici dell’Uganda (UMA, in inglese) ha affermato che l’80% delle persone contagiate da Covid-19 nel Paese non sa di esserlo. “Come salesiani non possiamo rimanere tranquilli, mentre vediamo molte persone soffrire a causa della fame” afferma don Elie Nyandwi, SDB, Direttore del Centro “Don Bosco” di Namugongo, nella capitale dell’Uganda, Kampala.

Don Nyandwi ha scritto lo scorso 3 luglio:

Attualmente gli ospedali, sia privati, sia pubblici, sono sovraffollati. E i costi per i malati di Covid-19 sono esorbitanti: in alcuni ospedali privati si chiedono fino a 5 milioni di scellini ugandesi al giorno, circa 1.500 dollari. Solo pochi ricchi sono in grado di raccogliere una somma così grande. Questo è il motivo per cui la maggior parte dei malati di coronavirus rimane a casa propria a curarsi con succo di limone misto a zenzero.

Queste persone inalano anche fumenti a base di erbe e foglie di eucalipto. Al centro Don Bosco Namugongo, abbiamo una piantagione di eucalipto, che in questi giorni, è frequentemente visitata sia dai salesiani che dai nostri vicini alla ricerca di foglie per le vaporizzazioni. Tuttavia, i malati di Covid-19 che prendono gli antibiotici e le vitamine C e D nelle loro case senza una prescrizione medica rischiano di sviluppare pericolose complicazioni di salute. Ecco perché le vittime continuano ad aumentare. 

La nostra comunità salesiana, con le sue limitate risorse, in questo momento critico assiste i poveri andando loro incontro e portando cibo. Anche i Salesiani Cooperatori e altri collaboratori intorno alla nostra missione stanno partecipano a queste attività. Abbiamo creato un gruppo Whatsapp dove condividiamo informazioni. Le persone di buona volontà stanno donando generosamente il poco che hanno, e quelli che non possono donare partecipano alla distribuzione degli alimenti. I generi alimentari più necessari sono per ora: farina di mais, fagioli e olio da cucina. 

Ora però la situazione è andata oltre le nostre capacità. Il 1° luglio abbiamo cercato di identificare 50 famiglie tra le più vulnerabili del nostro quartiere, famiglie che non possono raggiungere la comunità a causa del lockdown. Abbiamo cercato di organizzare alcune moto per consegnare loro del cibo con fagioli e posho (una sorta di polenta, NdR). Abbiamo deciso di offrire 2 kg di fagioli e 2 kg di farina di mais, dato che il numero continuava ad aumentare drasticamente. Abbiamo anche tagliato circa 30 mazzi di banane dal nostro giardino, con alcune verdure (Sukuma Wiki) e le abbiamo condivise con loro.

Come salesiani siamo molto preoccupati per ciò che sta accadendo, e cogliamo l’occasione per ringraziare e fare appello a tutte le persone generose ad aiutare i bisognosi in questo periodo di lockdown.

Possa Dio Onnipotente continuare a benedire coloro che donano con gioia e senza risparmiarsi!”.

Cercando di fare sempre quanto loro possibile, intanto, anche martedì scorso, 6 luglio, i salesiani della comunità di Namugongo sono andati in giro per i villaggi di Bulindo e Mulawa, visitando le famiglie più vulnerabili; a 15 di queste hanno consegnato sacchi con 5 kg di fagioli, 5 kg di posho e un po’ di manioca.

InfoANS

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