Italia – La presentazione del libro “Ho fatto cristiano il Papa” - L'intervento del Rettor Maggiore

13 Novembre 2021

(ANS - Roma) - Ieri 12 novembre, si è svolta la presentazione del libro “Ho fatto cristiano il Papa” avvenuta a Roma presso la Pontificia Università Urbaniana. All’evento hanno partecipato il Rettore dell’Urbaniana, Fr. Leonardo Sileo, OFM, il cardinale Luis Antonio Tagle, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, l’onorevole Lorenzo Guerini, Ministro della Difesa, già sindaco di Lodi, e Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani.

 Il libro è una biografia di don Enrico Pozzoli, il missionario salesiano che ha battezzato Jorge Mario Bergoglio e che poi lo ha seguito nei primi anni del suo cammino cristiano. Papa Francesco, ricordando il suo educatore, più volte ha definito don Pozzoli, originario di Lodi, “un grande apostolo” e “un apostolo del confessionale”. Papa Francesco venuto a conoscenza nei mesi scorsi del progetto di un libro su don Pozzoli ha convocato egli stesso l'autore, Ferruccio Pallavera e gli ha offerto la propria testimonianza inedita, riportata nel volume, sulla figura umana e spirituale del salesiano lodigiano, attivo per ben 58 anni in Argentina, dove fu punto di riferimento per le migliaia di migranti italiani giunti in terra argentina in cerca di un futuro migliore: tra di loro anche i coniugi Bergoglio.

L’incontro è iniziato con il saluto del Rettore dell'Università, don Leonardo Sileo OFM, che si è detto molto felice e grato di ospitare la presentazione e ha ringraziato il direttore della Casa Editrice Vaticana, il giornalista Lorenzo Fazzini, che presentava.

Poi ha preso la parola il Cardinale Tagle, citando le parole di Papa Francesco e collegando il suo insegnamento con la figura di quel missionario salesiano. “…L'azione del servizio agli altri dice di noi, che siamo figli di Dio Padre, che si è messo al nostro servizio mediante l'Incarnazione del suo Figlio, solidali con noi, fino alla morte. Don Pozzoli è un altro buon padre, perché vicino a tanti immigrati italiani arrivati ​​a Buenos Aires, si è occupato non solo dell'aspetto spirituale ma anche dell'aiuto concreto come ha fatto con la famiglia Bergoglio che viveva un periodo di difficoltà economica. Questo è il “buon pastore” anche se diremo anche, più genericamente, l'“autentico credente”.

In un altro momento, il Cardinale ha ricordato le lunghe ore di confessione che don Pozzoli ha dedicato ai Salesiani, ai sacerdoti diocesani, ai fedeli e alle Figlie di Maria Ausiliatrice, una parte importante della grande Famiglia Salesiana, come ha aggiunto il Cardinale salutando Madre Yvonne Reungoat, Superiora Generale Emerita delle FMA, e le tre consorelle che erano presenti.

Ha anche ricordato il momento in cui il giovane Bergoglio ha espresso a don Pozzoli la sua intenzione di essere gesuita. L'anziano missionario ha sempre rispettato la sua decisione "non era il tipo di sacerdote da fare proselitismo", ha detto, citando Bergoglio. “…Questo proselitismo, che usa strategie per ingabbiare le persone privandole della loro libertà. Don Enrico, al contrario, ha liberato il giovane Jorge Mario nel suo desiderio di essere gesuita, invece di spingerlo ad abbracciare il carisma di Don Bosco”. Poi, rivolgendosi al Rettor Maggiore, anche lui presente all'incontro, ha detto: “Caro padre Ángel, forse hai avuto un salesiano in meno, ma la Chiesa ha conquistato un uomo di Dio, veramente libero. Ma chissà, se non fosse forse un salesiano nascosto…”

Dopo il Cardinale Tagle, ha preso la parola il Ministro della Difesa d'Italia, Lorenzo Guerini, che ha descritto in modo semplice e colorito la bella città di Lodi, punto di incontro e di passaggio per tanti pellegrini nel Medioevo, che, attraversavano le Alpi per andare a San Pietro e poi, attraverso la Puglia in Terra Santa, si fermavano lì durante il cammino. "Mi piace immaginare il giovane Enrico Pozzoli che, contemplando il cammino dei pellegrini, si sentì affascinato dall'idea di fare un lungo viaggio, di essere pellegrino, e poi ricevere la chiamata ad essere missionario in terre lontane”, ha detto tra gli altri concetti.

Il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, ha proseguito la presentazione del libro con una presentazione molto significativa, poiché la storia lo lega all'Argentina, campo di missione di don Pozzoli e patria di Papa Francesco, perché lì ha svolto il suo servizio di primo Padre Ispettore della nascente provincia dell'Argentina Meridionale, Beato Ceferino Namuncurá. “Ho letto tutto il libro e nel mio caso con un gusto particolare perché leggere dei luoghi di cui si parla qui, così come li conosco, per me è stato come tornare a quegli anni da padre Ispettore. Ad esempio, la scuola Pio IX, dove don Enrico fu assistente ed educatore, è a stessa dove si triovavano Carlos Gardel e il suo compagno più vicino, il beato Ceferino Namuncurá, il giovane mapuche la cui voce era più diafana di quella dello stesso Carlos Gardel, secondo le testimonianze di quegli anni».

Ricordando don Pozzoli, ha detto, tra le altre cose, il Rettore Maggiore con un intervento molto sentito perché proprio in Argentina, luogo di missione di Don Pozzoli e patria di Papa Francesco, ha svolto un posto particolare tra i giovani, incoraggiando e accompagnando la fede nella Basilica di María Auxiliadora de Almagro, molto vicina alla gente. “Nel libro è nominata questa basilica, che è una delle chiese più belle di tutta l'Argentina, e che è stata costruita con la collaborazione di tanti fedeli, tra cui la famiglia Bergoglio”. “Lì, in questa basilica, troviamo il passaggio di don Enrico, il salesiano sacerdote amico del popolo, che ha visitato le famiglie, diventato, come nel caso dei Bergoglio, il sacerdote della famiglia”.

Don Enrico, missionario, era una delle tante vocazioni missionarie del Lodigiano, sia dei Salesiani che delle Figlie di Maria Ausiliatrice. “Ma la sua vocazione missionaria, ricorda il Rettor Maggiore, non è stata segnata dalle grandi gesta di altri indimenticabili missionari, ma si è premurato di realizzare uno dei consigli di Don Bosco: la cura degli emigrati italiani”. Inoltre, ha ricordato che si stimano in totale 12.700 vocazioni missionarie salesiane.

L'autore del libro, chiudendo l'incontro, ha ringraziato per la partecipazione e ha evidenziato l'ammirazione provata a Lodi, una volta eletto Francesco, quando i giornalisti argentini gli hanno chiesto informazioni su un certo Enrico Pozzoli, sacerdote missionario salesiano. Fu solo in quel momento che indagando su questo illustre figlio del Lodigiano i giornalisti capirono la grande stima che papa Francesco ha per lui.

 

 

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