Colombia – Il progetto di “Missioni Don Bosco” per i minori nelle miniere

27 Dicembre 2021

(ANS – Medellín) – La questione dei minori che in Colombia si infilano dentro ai cunicoli per estrarre dalle miniere di carbone abbandonate quel po’ di minerale che consente la sopravvivenza delle famiglie è un problema complesso. Per questo, “Missioni Don Bosco”, la Procura Missionaria salesiana di Torino, ha lanciato un progetto di cura e prevenzione per questi minori.

Non basta portare via da quei labirinti i bambini e le bambine, dare loro accoglienza e istruzione: occorre agire su un meccanismo economico di ampia portata che chiede un cambiamento di natura culturale. Ne sono convinti salesiani e operatori di Ciudad Don Bosco, nella città di Medellín, allenati a incontrare i casi più difficili di infanzia e adolescenza oppressa e sfruttata. I benefattori già conoscono gli interventi per recuperare i ragazzi e le ragazze costretti a diventare guerriglieri e tenuti in uno stato di sudditanza assoluta, oppure coinvolti nei traffici della droga e della prostituzione. Pur trovando degli ostacoli, l’azione educativa e sociale “alla Valdocco” fa perno sui ragazzi stessi.

I salesiani di Ciudad Don Bosco operano da 56 anni per venire incontro alle necessità sociali ed educative delle persone più povere di Medellin e del suo circondario. Il fronte di intervento si è allargato infatti all’area mineraria di Sinifaná, nella provincia di Antioquia, dove la principale fonte economica e di sostentamento è l’estrazione del carbone. Nelle città di Amagá e di Angelópolis, a sud-ovest della metropoli, vivono famiglie in cui l’attività di minatori si è tramandata da generazioni. I figli vengono impiegati per percorrere le gallerie abbandonate o per scavarne di nuove, strettissime: solo le loro ridotte misure corporee rendono penetrabili questi cunicoli.

A parte l’immaginabile rischio della vita e le pesanti conseguenze sulla salute date dalla frequentazione di ambienti senza luce e con esalazioni che colpiscono i polmoni, il risultato è che metà dei ragazzi in età scolare non frequenti più la scuola, lasciando che uno su cinque rimanga di fatto analfabeta. Le bambine sono il terminale più penalizzato. Le famiglie alle loro spalle sono incapaci di pensare a un regime diverso.

I salesiani vogliono passare dall’inseguimento del problema a un deciso cambiamento. Continuano a farsi carico di proporre ai ragazzi la frequenza della scuola, nei casi più difficili a dare loro ospitalità. Si tratta di affrontare l’emergenza sanitaria, complicata dalla pandemia in corso. Si tratta di ricostruire l’identità di persone violate e di farle vivere come chiede la loro età.

Vogliono lasciare un’impronta diversa, i Figli di Don Bosco: prevenire lo sfruttamento del lavoro minorile. Ma vogliono anche proporre un progetto sociale alternativo affinché padri e madri partecipino attivamente alla salvaguardia dei minori. A Ciudad Don Bosco hanno messo in campo volontà e intelligenza per generare un programma psicosociale e pedagogico rivolto a 150 famiglie delle città di Amagá e di Angelópolis.

Per saperne di più, è possibile visitare il sito di Missioni Don Bosco.

InfoANS

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