Rwanda – “Ejo heza”: i salesiani al lavoro perché “domani andrà meglio”

10 Febbraio 2022

(ANS – Butare) – Lavoro minorile, malattie, fame, maltrattamenti rappresentano solo alcuni dei contesti nei quali sono coinvolti i bambini di strada in Rwanda. “Non vanno a scuola, sopravvivono offrendo la loro manodopera e dedicandosi a piccoli traffici e commerci. Sono finiti a vivere per strada in seguito a separazioni, lutti, o semplicemente, per la troppa miseria”, testimonia don Daniel Antunez, salesiano argentino, Presidente di “Missioni Don Bosco” di Torino, a proposito della triste realtà che accomuna tanti minori nel Paese africano.

“Trasportano borse pesanti, vanno a prendere l’acqua, raccolgono e vendono pezzi di metallo, bottiglie di plastica vuote, vetro. La maggior parte di loro soffre di malnutrizione e altre malattie, dormono con un occhio aperto per paura che qualcuno rubi le poche, misere cose che possiedono. Sono impauriti, maltrattati, perennemente stanchi, affamati”, rimarca il salesiano.

I salesiani, presenti nel Paese dal 1964, da più di cinquant’anni si occupano principalmente di accoglienza, istruzione e formazione professionale, con progetti dedicati proprio ai più giovani, i bambini e i ragazzi di strada.

A Rango, nella città di Butare, nel Sud del Rwanda, dal 1996 con la parrocchia San Giovanni Bosco e il Centro di Formazione Professionale i missionari portavano avanti corsi di ogni tipo: edilizia, sartoria, saldatura, falegnameria, discipline alberghiere, meccanica, cucina e corsi per diventare parrucchieri, un’enorme offerta formativa per cercare di costruire un futuro migliore per i minori in condizione di strada – circa 7mila, secondo l’Unicef, in tutto il Rwanda, numero che ha visto un incremento importante con la crisi economica causata dalla pandemia, la chiusura delle scuole e il livello di violenza domestica aumentato negli ultimi anni.

“I miei confratelli di Rango hanno avviato per loro il ‘Don Bosco Children Ejo Heza’, un programma che prevede un primo avvicinamento dei minori in strada e l’inclusione in un percorso di riabilitazione psicologica, educativa e sociale che culmina, se possibile, nel ricongiungimento familiare”.

“Ejo heza”, che nella lingua locale significa “domani andrà meglio”, è stato avviato all’inizio della pandemia nella primavera dal 2020. “I bambini dalla strada hanno cominciato a bussare alla nostra parrocchia di Rango. Con il passaparola, visto che i loro compagni sono stati trattati bene, ora vengono in gran numero. Vogliamo che tornino a scuola e ricomincino a vivere con i genitori, perché hanno diritto ad un presente da bambini sereni e ad un futuro da adulti perbene” conclude il salesiano.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito: www.missionidonbosco.org 

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