Ecuador – La visita del Rettor Maggiore incoraggia a continuare a lavorare per il sogno di Don Bosco

14 Febbraio 2022

(ANS – Quito) – L’ultimo giorno della visita del Rettor Maggiore all’Ispettoria “Sacro Cuore di Gesù” dell’Ecuador (ECU) è iniziato la mattina di venerdì 11 febbraio, con la celebrazione dell’Eucaristia con i Direttori salesiani nella cappella della Casa Ispettoriale. Anche i salesiani delle diverse altre comunità si sono uniti a questa celebrazione, attraverso la piattaforma Zoom.

A seguire, alle ore 9:00, ha avuto luogo l’incontro con il Movimento Giovanile Salesiano (MGS) dell’Ecuador, nella palestra dell’Università Politecnica Salesiana - campus “El Girón”. Lì, al ritmo della canzone "Vive, Don Bosco vive", il Rettor Maggiore è stato accolto da centinaia di ragazze e ragazzi provenienti dalle regioni della Costa, della Sierra e dall’Amazzonia, in un’atmosfera di grande gioia, per la presenza del Don Bosco di oggi in mezzo a loro.

Prima dell’inizio del programma previsto, una giovane ragazza Achuar, della comunità di Wasakentsa, si è rivolta a Don Á.F. Artime e gli ha offerto la chicha, una bevanda tipica di questa cultura amazzonica, simbolo della festa che ha unito i giovani come fratelli e sorelle in Don Bosco.

Il Rettor Maggiore ha poi parlato sul tema: “Giovani discepoli e missionari in movimento”, e rivolgendosi ai presenti con la dolcezza di un padre, ha affermato: “Se c’è qualcosa che identifica la gioventù salesiana è il fatto che sono giovani che sognano di poter fare qualcosa di bello per gli altri. Sono convinto che il Signore Gesù ha bisogno di voi come giovani di oggi... In secondo luogo, sono convinto che Don Bosco ha bisogno di giovani capaci di fare qualcosa per gli altri; e in terzo luogo, i ragazzi e le ragazze che vengono dopo di voi, non solo hanno bisogno di voi, ma hanno anche il diritto di avere le stesse opportunità che state avendo voi: di non essere soli, di sentire che ci sono amici di cui mi posso fidare; cioè, altri vengono dopo di voi che hanno bisogno di voi! Questo è quello che Papa Francesco chiama essere discepoli missionari di Gesù”.

Tra i partecipanti all’appuntamento c’era anche Joselin Ampan dell’Oratorio “Sevilla Don Bosco” di Macas, giunto all’incontro con grande entusiasmo. Parlando di Don Á.F. Artime ha testimoniato: “Lo sentiamo come un giovane in più tra di noi; cioè, un animatore o catechista in più che ci aiuterà sempre, con parole di incoraggiamento, che ti dice: ‘Dai, puoi farcela’”.

“Avere qui il Rettor Maggiore è qualcosa che rende felici tutti i giovani e noi che li accompagniamo! È magnifico che Don Ángel sia tra i giovani ecuadoriani”, sono state le parole di Deivid Muentes, che collabora come assistente religioso dell’MGS di Manta.

L’incontro si è concluso con la presentazione di varie performance artistiche, dove i giovani hanno dimostrato tutto il loro talento nella danza e nella musica.

L’ultimo appuntamento della visita del Rettor Maggiore in ECU ha avuto luogo nel pomeriggio di venerdì 11 e si è svolto nel teatro "Torino" dell’Istituto Tecnico Don Bosco di La Kennedy, radunando attorno a Don Á.F. Artime i salesiani e i laici con posizioni di responsabilità nelle diverse opere.

Tema dell’incontro è stato: “Camminare insieme: formazione e missione”. In questa prospettiva il Rettor Maggiore si è rivolto ai partecipanti con parole molto chiare: “Come Congregazione non abbiamo altra via che quella della missione fatta insieme: salesiani e laici. Questo cammino è il più efficace, è il più ricco, è quello che genera più vita, è quello che aiuta di più”.

E nella parte finale del suo discorso, ha aggiunto: “Credo profondamente in voi, credo profondamente nel grande valore del viaggio che stiamo facendo insieme. Grazie per il vostro servizio, la vostra generosità e la vostra professionalità a favore della missione".

Tra le partecipanti a questo raduno c’era anche Cristina Gallegos, Coordinatrice del Dipartimento Pastorale dell’Unità Educativa “Don Bosco” di Macas. Dopo aver ascoltato il Rettor Maggiore, il messaggio che ha portato via con sé è che “non tutti siamo bravi in tutto, ma unendo le forze, unendo le nostre caratteristiche, possiamo contribuire molto alla missione salesiana e dobbiamo credere che è possibile, che non stiamo solo facendo un lavoro, ma che siamo anche parte di una grande missione, del sogno di Don Bosco”.

Dalla comunità di Simiatug, anche don Giovanny Pichucho si è mosso per partecipare a quest’incontro, e ha voluto lasciare un messaggio al Rettor Maggiore: “Grazie per aver accettato questa sfida di essere Don Bosco e guidarci in questo secolo, che ha le sue difficoltà e anche le sue speranze, e grazie perché ci aiuti ad essere un segno di amore e speranza per i nostri giovani”.

Cristian Calderón

Ufficio Salesiano di Comunicazione

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