Ogni anno, verso maggio Rodolphe Fior, Vicedirettore della Pastorale, e Sylvie Chablin, animatrice, presentano il progetto agli studenti del liceo: viene chiesto loro di guidare un’ora di ASH, a coppie, per i loro compagni d’istituto più piccoli.
Questa proposta, valida per l’anno scolastico successivo, serve a farli familiarizzare all’idea, dato che per molti dei ragazzi coinvolti temono di non riuscire a preparare l’ASH e a seguire lezioni allo stesso tempo, con il rischio di andare male a scuola. Ma fino ad oggi il loro coinvolgimento non ha fatto peggiorare il loro rendimento, anzi, semmai il contrario.
Quindi, entro giugno, i giovani devono dare una risposta definitiva se partecipare o meno, e a settembre, dopo che sono stati organizzati e affidati loro i diversi gruppi, non hanno più la possibilità di abbandonare il progetto.
Rodolphe Fior lavora poi sugli aggiustamenti dell’orario, in stretta collaborazione con i responsabili delle diverse sezioni della scuola e con il consulente educativo, in modo che i giovani coinvolti nell’ASH non debbano perdere nemmeno un’ora di lezione scolastica per il loro servizio.
All’inizio dell’anno un’équipe di adulti molto attenta ai giovani animatori e alle loro proposte, li aiuta a stabilire un percorso. Gli animatori partono dagli interessi dei giovani, dalle domande che si pongono e dalle osservazioni sulla vita e l’attualità, e gli adulti stanno attenti a realizzare un collegamento con la fede. In tal modo l’ora di ASH diventa un momento in cui i giovani parlano tra loro e gli adulti hanno fiducia in loro.
Ogni mese, inoltre, viene realizzato un momento di coordinamento, che serve a guardare indietro alle esperienze passate, alle difficoltà, ai momenti di gioia, e a proiettarsi nelle attività future.
E una giornata è anche dedicata alla formazione. I giovani animatori sono invitati a utilizzare le agende del Movimento Giovanile Salesiano sui documenti papali Laudato Si’ e Fratelli tutti come punto di riferimento, e trovano proposte di attività sul sito salesiano Oxyjeunes (https://www.oxyjeunes.net/).
Questa organizzazione permette agli allievi più grandi di responsabilizzarsi, di sentirsi ascoltati e chiamati, di capire meglio il significato di questa ora di ASH, di sviluppare il gusto delle relazioni e dello scambio con gli altri.
Ecco cosa hanno condiviso gli animatori durante un confronto sull’attività: “Questa ora di ASH è uno spazio dove ci si fida di noi… Sono momenti di gioia. Siamo felici quando vediamo i bambini felici di partecipare… Sono momenti che ci permettono di sviluppare legami… È una vera esperienza di supervisione, dove si devono dare loro dei punti di riferimento, si scopre il posto dell'autorità, s’impara ad essere pazienti, a cercare risposte alle loro domande… Diventiamo curiosi con i curiosi, siamo autentici e sinceri nei legami che si stabiliscono tra di noi”
Sebbene non tutti gli animatori siano credenti, tutti sono consapevoli che il progetto è guidato dalla fede nell’uomo e in Dio. “Non è raro che io e Sylvie, di concerto, rendiamo testimonianza della nostra speranza, durante gli incontri, e in tutte le circostanze reagiamo da cristiani con gli animatori – spiega ancora il Vicedirettore della Pastorale –. Credo che ci sia qualcosa nella fede che è ancora molto misterioso per loro, ma in cui progrediscono a poco a poco”.
In conclusione, il signor Fior testimonia che tutti gli animatori “anche quando non condividono la speranza in Dio, condividono lo stesso progetto di vivere un’avventura insieme, al servizio dei giovani, per il Bello, il Vero, il Bene”; e che ci sono anche degli animatori che grazie a questo servizio si sono avvicinati alla fede.
Fonte : Don Bosco Aujourd’hui
