Ucraina – “Se falliremo nel garantire un’educazione a questa generazione, allora dovremo riconoscere che la guerra ha vinto”

19 Aprile 2022

(ANS – Leopoli) – L’invasione dell’Ucraina e i bombardamenti perdurano ormai da 57 giorni e la guerra ha già causato più di 11,3 milioni di profughi, di cui oltre 4,3 milioni rifugiati nei Paesi limitrofi. La priorità per i salesiani continua ad essere la cura dei minori, alcuni dei quali sono orfani, e delle tante donne e degli anziani che fuggono dalla guerra. A tutti loro i Figli di Don Bosco continuano ad offrire aiuti di emergenza, attenzione psicologica, morale e spirituale, ed educazione.

Il lavoro dei salesiani nell’emergenza ucraina non si ferma. La consegna di cibo, medicinali, vestiti e altri generi di prima necessità procede a ritmo pressoché quotidiano nelle zone più colpite, come Kharkiv, Dnipro, la regione di Lugansk e Donetsk; e lo stesso vale per la cura dei rifugiati che arrivano nelle varie Ispettorie salesiane della Polonia e negli altri Paesi vicini al teatro di guerra.

Molte scuole salesiane in Ucraina continuano a funzionare e offrono anche lezioni online, oltre ad accogliere minori e sfollati nelle loro sedi. La maggior parte delle attività salesiane sono finalizzate all’educazione, alla socializzazione e alla cura dei minori e degli adolescenti in tutte le dimensioni.

Ma non è tutto semplice: Eva, fuggita insieme con i suoi tre fratelli, Ivan, Vitya e Petro, e che ha attraversato a piedi il confine con la Polonia racconta: “Siamo scappati portandoci appresso poca roba. Sento molto la mancanza di comunicazione, vorrei partecipare alle lezioni online dalla nostra scuola di Zhytomyr, ma è impossibile. E non posso credere di dover rimanere in un altro Paese per molto tempo. Ci manca davvero tanto la nostra vita passata”.

Inna, invece, è un’educatrice di una scuola primaria a Zhytomyr. “Vivo e lavoro in Ucraina e la maggior parte delle mie lezioni avvengono tra un allarme antiaereo e un altro. Per video-trasmettere le lezioni utilizzo il mio cellulare, che non è molto comodo, come si può intuire… Mi aiuterebbe molto poter avere un computer portatile. Ma comunque cerco di fare del mio meglio, per i miei studenti, la mia scuola e il mio Paese, e anche quando sto facendo lezione con in sottofondo il rumore delle esplosioni, continuo a lavorare”.

È pensando a queste situazioni che l’Ispettoria “San Tommaso di Canterbury” (GBR) ha lanciato una campagna di raccolta fondi per l’acquisto di portatili e dispositivi informatici in favore dei giovani rifugiati ucraini e dei docenti rimasti ad insegnare in Ucraina.

“Il 100% dei fondi sarà utilizzato per sostenere i bambini ucraini, gli insegnanti e l'amministrazione scolastica… Inizieremo cercando di aiutare gli studenti delle scuole di Zhytomyr e Odessa” affermano i responsabili della campagna, che aggiungono anche: “Se falliremo nel garantire un’educazione a questa generazione, allora dovremo riconoscere che la guerra ha vinto”.

Nel frattempo, nei Paesi confinanti con l’Ucraina, i rifugiati sono oggetto di attenzione nelle scuole, così come negli oratori salesiani, dove ricevono educazione e iniziative per il tempo libero in grado di restituirgli un’apparenza di normalità. Quanti poi sono ospitati nei centri d’accoglienza salesiani ricevono 24 ore su 24, alloggio, cibo e tutto l’aiuto di cui hanno bisogno, come attività sportive, per aiutarli a superare i traumi della guerra, e assistenza psicologica e spirituale.

Mentre il supporto economico, morale e simbolico alla popolazione ucraina continua a provenire da ogni parte del mondo: anche dalla Mongolia, dove i 20 bambini del centro di assistenza speciale guidato dai Figli di Don Bosco dell’Ispettoria del Vietnam hanno realizzato una colletta in favore dei loro coetanei ucraini. Hanno raccolto 104.190 tugrik, poco più di 30 euro. Si tratta di un piccolo importo, ma rappresenta un grande esempio di solidarietà, generosità e fratellanza.

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