Ungheria – Il Reliquiario del Beato Stefano Sándor, martire, salesiano coadiutore

07 Giugno 2022

(ANS – Budapest) – Sabato 4 giugno 2022 a Budapest è stato solennemente benedetto dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, il nuovo Reliquiario dedicato al salesiano coadiutore, martire del comunismo, Stefano Sándor (1914-1953); quindi, con una processione è stato deposto presso l’altare di Maria Ausiliatrice nella Chiesa del Clarisseum, dove il giovane coadiutore visse gran parte della sua vita religiosa a servizio dei giovani, come maestro tipografo ed educatore amato e stimato dai confratelli e dai giovani.

Il Reliquiario è un’opera d’arte progettata e realizzata dall’orefice e restauratore János Szabó, la cui famiglia era in contatto con i salesiani, e che da bambino frequentò anche l’oratorio di Óbuda. Il reliquiario custodisce alcune ossa del Beato, ritrovate e identificate grazie alle ricerche storiche e agli esami scientifici eseguiti negli anni 2018-2019. Come era prassi durante il regime comunista le vittime dopo essere condannate con processi farsa e giustiziate, venivano fatte sparire e sepolte senza alcun segno di identificazione.

Il Reliquiario è stato realizzato con parti in rame e acciaio inossidabile ed è racchiuso in un telaio metallico con alloggiamento in vetro bombato. Sul dritto si vede Stefano Sándor mentre legge il Bollettino Salesiano, a ricordare come egli conobbe Don Bosco e il mondo salesiano e anche a richiamare la sua missione educativa nel campo della stampa come maestro tipografo. Sul retro il Beato è rappresentato insieme a due salesiani: don László Ádám (1892-1977), che era l’Ispettore del tempo e che fu suo compagno di prigionia; e dall’altro lato Tibor Dániel (1925-1956), chierico salesiano, compagno di Stefano nel periodo della clandestinità, nell’ora della prova, e che morirà a seguito delle torture e delle percosse subite nel periodo della detenzione. Entrambi pongono le mani sulle spalle del Beato, come segno di comunione fraterna nel carisma salesiano e nell’ora della persecuzione. Dal cielo Don Bosco stende su tutti loro le braccia benedicendoli. Sullo sfondo c’è l’edificio del Clarisseum, in quel tempo sede ispettoriale dei salesiani in Ungheria.

Ai lati è rappresentata la Croce della professione del Salesiano con il Buon Pastore e con il lemma salesiano “Studia di farti amare”. Simbolicamente la croce rompe le sbarre del carcere. Le griglie sono inquadrate dai simboli del regime comunista ateo che arrestò, torturò, ingiustamente condannò e mise a morte Stefano Sándor e con lui tante altre vittime del regime dittatoriale. La croce di Cristo sconfigge e vince tutte le forme del male e tutte le ideologie e i sistemi che combattono Cristo, la Chiesa e la dignità dell’uomo.

Negli angoli laterali sono rappresentate alcune pagine che riproducono articoli delle Costituzioni salesiane, a indicare come il giovane martire visse con radicalità la sequela di Gesù, nello spirito di Don Bosco fino al dono supremo della vita, confermando quanto affermano le Costituzioni salesiane: “E quando avviene che un salesiano muore lavorando per le anime, la Congregazione ha riportato un grande trionfo” (art. 54).

Nella copertura superiore è riprodotta parte della frase pronunciata dal Cardinale Angelo Amato in occasione della Beatificazione di Stefano Sándor a Budapest il 19 ottobre 2013: “I martiri si accendono come stelle nei cieli oscuri dell’umana malizia, per illuminare i sentieri dell’amore, della comprensione e del rispetto reciproco”.

L’8 giugno ricorre la Memoria liturgica del Beato Stefano Sándor.

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