India – La prima giornata della visita del Rettor Maggiore all’Ispettoria di Shillong

27 Ottobre 2022

(ANS – Shillong) – Il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, è giunto nella mattinata di giovedì 27 ottobre nell’Ispettoria “San Giovanni Paolo II” di India-Shillong (INS), per partecipare alla celebrazione del centenario dell’arrivo dei primi 11 pionieri missionari salesiani che misero piede nel Nord Est dell’India.

Dopo la prima accoglienza da parte dei parrocchiani della parrocchia dedicata a Santa Maria Assunta, a Nongpoh, il Rettor Maggiore si è recato all’aspirantato salesiano di Nonglakhiat, ricevendo il caloroso benvenuto degli allievi del centro, il futuro dell'Ispettoria. “Non c’è motivo di stare qui se non avete uno stretto rapporto con Gesù” ha ricordato loro il X Successore di Don Bosco, incoraggiandoli anche a pensare ad essere essi stessi missionari. 

Attorno alle 16 locali, tra la gioia e l’entusiasmo portati dalla banda del “Savio Juniorate”, il Rettor Maggiore è arrivato presso la Casa Ispettoriale salesiana, a Mawlai, circondato dai suoi confratelli e dai membri della Famiglia Salesiana. Nel suo discorso presso la Casa Ispettoriale, ha auspicato di avere l’opportunità di avere molti momenti da vivere insieme come comunità e ha ricordato che l’evento del centenario è una grazia unica, un momento storico per rendere grazie a Dio per la diffusione del Regno operata attraverso i salesiani in quella parte del Paese. Ha raccontato le fatiche e le sfide affrontate dai missionari, considerandole un’opera straordinaria, e ha esortato tutti i presenti a riflettere che ora tocca a ciascuno di loro portare avanti il lavoro di diffusione della Buona Novella nella regione.

Dopo aver avuto un raduno con i membri del Consiglio Ispettoriale, Don Á.F. Artime si è recato presso lo Studentato Teologico del Sacro Cuore, sempre in zona Mawlai, per un incontro con tutti i salesiani dell’Ispettoria. 

Il dialogo è iniziato con una preghiera serale; poi l’Ispettore di INS, don Paul Olphindro Lyngkot, ha dato il benvenuto ufficiale al Rettor Maggiore, al Consigliere Generale per le Missioni, don Alfred Maravilla, e al Consigliere Regionale per l’Asia Sud, don Biju Michael, mentre don Philip Barjo, Direttore dello Studentato Teologico, ha offerto una panoramica della comunità, attualmente ospitante un numero totale di 90 studenti.

Il Rettor Maggiore si è detto edificato per la grande rappresentanza di Salesiani al raduno. Nel suo discorso, ha osservato che tutto il mondo salesiano guarda con gioia e ammirazione alla Regione salesiana dell’Asia Sud, e ha invitato a mantenere sempre saldi due riferimenti imprescindibili: il nome di Don Bosco, che significa così tanto per quella regione, e i poveri come destinatari privilegiati della missione. Il Rettore Maggiore ha anzi aggiunto, in particolare rivolto gli studenti di Teologia, di non ricercare altro che i giovani più poveri.

Ha parlato dell’importanza di saper leggere i segni dei tempi e di conoscere le Scritture, due bussole per l’orientamento salesiano; ha indicato anche le differenze tra le varie Regioni – un’Europa con pochi novizi, ma un forte laicato salesiano; o una Regione Asia Sud con pochi salesiani coadiutori, cui però potrà giovare la grande benedizione del primo salesiano santo non martire, il coadiutore Artemide Zatti. Ha assicurato anche la Congregazione è un corpo vivo e che, dopo quasi 9 anni da Rettor Maggiore, “carismaticamente stiamo rispondendo a ciò che Don Bosco vuole da noi”.

Proseguendo, ha ricordato che se un salesiano non ha un cuore caldo e compassionevole, ricco di misericordia, non può essere un vero salesiano. Un vero salesiano, ha detto, arde di passione per la missione della Congregazione. Un’altra nota di grande rilievo fatta dal Rettor Maggiore ha riguardato l’opzione missionaria: Don Á.F. Artime ha infatti riportato che negli ultimi 3 anni su 3.000 salesiani della Regione Asia Sud solo due hanno optato per la missione ad gentes; “è un peccato salesiano” ha affermato. Per questo ha incoraggiati i presenti ricordando che Don Bosco aveva pochi confratelli a sua disposizione quando inviò 13 salesiani nelle missioni ad gentes.

Così, ha concluso, anche loro potrebbero a loro volta dare liberamente ciò che hanno ricevuto gratuitamente dai 406 missionari che hanno lavorato e faticato in questa parte del Continente.

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