In queste Giornate, rilevando la necessità di rispondere alle nuove realtà sociali, da parte dei gruppi della Famiglia Salesiana, il tema è stato: "Giovani vulnerabili, rifugiati e migranti con la Famiglia Salesiana". Erano presenti quasi tutti i gruppi della Famiglia Salesiana dell’Ispettoria SSM: Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Salesiani Cooperatori, Exallievi di Don Bosco, Volontarie di Don Bosco, Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, le Damas Salesianas, che hanno mostrato il loro lavoro educativo e sociale con i giovani e le famiglie vulnerabili.
Don Fernando García, Superiore dell’Ispettoria SSM, nel suo discorso di apertura dal titolo “Ero straniero e mi avete accolto”, ha incoraggiato i presenti a essere evangelizzatori, con lo spirito e il carisma della Famiglia Salesiana, e ha parlato delle sfide che attendono la stessa Famiglia Salesiana per quanto riguarda i giovani in condizione di vulnerabilità. Dopo il suo intervento, i partecipanti hanno potuto ascoltare le testimonianze di Elena, giovane ucraina ospitata nella casa di Galapagar (Madrid), e di tre giovani africani ospitati nella Casa Magone, a Burgos. Le loro esperienze dimostrano il buon lavoro che la Famiglia Salesiana sta svolgendo. L’incontro, inoltre, è stato anche l’occasione per conoscere le Piattaforme Sociali Salesiane, sia dei Salesiani, sia delle FMA.
Don Joan Lluís Playá, Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato della Famiglia Salesiana, ha presentato poi la lettera del Rettor Maggiore sull’impatto sociale della missione salesiana, dal titolo: “Ragazzo, lo dico a te, alzati!”. Ha quindi esortato a “continuare a far risplendere il carisma ricevuto da Don Bosco", con proposte di buone pratiche nel sociale, senza avere paura, essendo coraggiosi come lo era Don Bosco stesso, poiché “Gesù ci aspetta nei più poveri tra i poveri”. In questi giorni, infatti, i partecipanti si sono resi conto che queste buone azioni rispondono al carisma originario che Don Bosco ha cercato di avviare con il suo Oratorio: offrire accoglienza, dare affetto, generare un clima di fiducia e fraternità ai giovani più vulnerabili. Oggi, la solitudine, le migrazioni, le guerre ci costringono a cercare continuamente il volto di Gesù in loro.
Le conclusioni, che hanno mostrato la ricchezza e la profondità del lavoro svolto in questi giorni, sono state presentate sotto forma di manifesto:
SIAMO: Partendo dalle fonti, il Vangelo e Don Bosco, e dall'incontro con i vulnerabili, si costruisce l’identità cristiana e salesiana nella Chiesa, essendo profeti di fraternità.
GUARDIAMO: sfidati dalla realtà in cui viviamo e in cui vivono tanti giovani e tante famiglie, impariamo a guardare e ad ascoltare il disagio dei giovani per poter capire e per poter offrire iniziative e proposte di educazione ed evangelizzazione.
AGIAMO: Comprendendo la complementarietà tra la testimonianza evangelica e l'efficacia delle azioni sociali, possono essere date risposte carismatiche.
IN COMUNIONE: Prendendo atto che la Famiglia Salesiana è un vasto movimento al servizio dei giovani, ci si impegna a promuovere spazi comuni di incontro, di riflessione e di programmazione, che permettano di conoscersi meglio, di lavorare in comunione, di accompagnarsi e di rispondere in modo coordinato alla missione comune, soprattutto nel volontariato.
Le Giornate sono terminate con l’Eucaristia presieduta da mons. José Cobo, Vescovo Ausiliare di Madrid. Nell’omelia ha ricordato come questi giorni sono stati un'occasione per incoraggiare e rafforzare la vocazione della Famiglia Salesiana e per intravedere le sfide che nascono dall'essere interpellati dai cambiamenti sociologici del nostro tempo.
