Vaticano – Addio a Benedetto XVI, umile lavoratore nella vigna del Signore

31 Dicembre 2022
Foto ©: Vatican News

(ANS – Città del Vaticano) – Benedetto XVI si è spento alle 9.34 di oggi, 31 dicembre 2022, nella residenza del Monastero Mater Ecclesiae, che il Papa emerito, 95enne, aveva scelto come sua residenza dopo la rinuncia al ministero petrino avvenuta nel 2013.

“Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. Non appena possibile seguiranno ulteriori informazioni”, si legge nella nota del direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, diffusa in mattinata.

Già dai giorni scorsi le condizioni di salute del Papa emerito si erano aggravate per l’avanzare dell’età, come la Sala stampa aveva riferito aggiornando sull’evolversi della situazione.

Lo stesso Papa Francesco aveva voluto condividere pubblicamente la notizia sul peggioramento dello stato di salute del suo predecessore al termine dell’ultima udienza generale dell’anno, lo scorso 28 dicembre, quando aveva invitato a pregare per il Papa emerito, “molto ammalato”, perché il Signore potesse consolarlo e sostenerlo “in questa testimonianza di amore alla Chiesa fino alla fine”. E in tutti i continenti si erano subito moltiplicate le iniziative di preghiera con messaggi di solidarietà e vicinanza anche dal mondo non ecclesiale.

Classe 1927, figlio di un gendarme, nato in una famiglia semplice e cattolicissima della Baviera, Joseph Ratzinger è stato un protagonista della Chiesa dell’ultimo secolo. Ordinato prete insieme al fratello Georg nel 1951, diventa dottore in teologia due anni dopo e nel 1957 ottiene l’abilitazione all’insegnamento come professore di teologia dogmatica. Insegna a Frisinga, Bonn, Münster, Tubinga e infine Ratisbona. Con lui scompare l’ultimo dei Pontefici coinvolti personalmente nei lavori del Concilio Vaticano II. Da giovanissimo e già stimato teologo, Ratzinger aveva seguito da vicino l’assise come perito del cardinale Frings di Colonia, vicino all’ala riformatrice.

Paolo VI nel 1977 lo nomina appena cinquantenne arcivescovo di Monaco e poche settimane dopo lo crea cardinale. Giovanni Paolo II gli affida, nel novembre dell’81 la guida della Congregazione per la Dottrina della Fede. È l’inizio di un sodalizio forte tra il Papa polacco e il teologo bavarese, destinato a sciogliersi soltanto con la morte di Wojtyla, che fino all’ultimo rifiuterà le dimissioni di Ratzinger, non volendo privarsene. L’opera più importante è certamente il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica, un lavoro durato sei anni, che vede la luce nel 1992.

Dopo la morte di Wojtyla, Il conclave del 2005 chiama a succedergli in meno di 24 ore un uomo già anziano - ha 78 anni - universalmente stimato e rispettato anche dagli avversari. Dalla loggia della Basilica di San Pietro, Benedetto XVI si presenta come “un umile lavoratore nella vigna del Signore”. Inizialmente schivo, non rinuncia ai viaggi: anche il suo sarà un pontificato itinerante come quello del predecessore. Tra i momenti più toccanti, la visita ad Auschwitz nel maggio 2006, con il Papa tedesco che dice: “In un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio – un silenzio che è un interiore grido verso Dio: Perché hai potuto tollerare tutto questo?”.

Benedetto XVI affronta viaggi difficili, si confronta con la secolarizzazione galoppante delle società scristianizzate e il dissenso interno alla Chiesa. Celebra il suo compleanno alla Casa Bianca, insieme a George Bush jr e qualche giorno dopo, il 20 aprile 2008, prega a Ground Zero abbracciando i parenti delle vittime dell’11 settembre.

Da Papa parla in continuazione della “gioia dell’essere cristiani”, e dedica la sua prima enciclica all’amore di Dio, Deus caritas est. “All’inizio dell’essere cristiano – scrive - non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona”. Trova il tempo anche per scrivere un libro su Gesù di Nazaret, un’opera unica che sarà pubblicata in tre tomi. Tra le decisioni da ricordare ci sono il Motu proprio che liberalizza il messale romano preconciliare e l’istituzione di un Ordinariato per permettere il ritorno alla comunione con Roma delle comunità anglicane.

Gli ultimi anni sono segnati dal riesplodere dello scandalo pedofilia e da Vatileaks, la fuga di documenti sottratti dalla scrivania papale e pubblicati in un libro. Benedetto XVI è determinato e duro nell’affrontare il problema della “sporcizia” interna alla Chiesa. Introduce regole severissime contro gli abusi sui minori, chiede alla Curia e ai vescovi di cambiare mentalità. Arriva a dire che la persecuzione più grave per la Chiesa non arriva dai suoi nemici esterni, ma dal peccato all’interno di essa. Un’altra importante riforma è quella finanziaria: è Papa Ratzinger a introdurre in Vaticano le norme antiriciclaggio.

Di fronte agli scandali e al carrierismo ecclesiastico, Benedetto XVI tedesco continua a fare richiami alla conversione, alla penitenza e all’umiltà. Durante l’ultimo viaggio in Germania, nel settembre 2011, invita la Chiesa a essere meno mondana: “Liberata dai fardelli e dai privilegi materiali e politici, la Chiesa può dedicarsi meglio e in modo veramente cristiano al mondo intero, può essere veramente aperta al mondo…”.

Nel concistoro ordinario dell’11 febbraio 2013 annunciò la rinuncia “al ministero di vescovo di Roma, successore di san Pietro”, con decorrenza della sede vacante il 28 dello stesso mese.

Fonte: Vatican News

InfoANS

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