Il X Successore di Don Bosco ha ricordato la sua precedente visita all’Ispettoria, realizzata nel novembre del 2016, e ha detto che ora ha incontrato un’Ispettoria in crescita. Ha ricordato che sei anni fa l’Ispettoria aveva molte comunità con soli due confratelli, un approccio diffuso in diverse Ispettorie della Regione. Ma parlando a partire dalla sua visione globale della Congregazione, ha osservato che tale soluzione mette a rischio la qualità della vita spirituale e come l’attività pastorale dei religiosi, e ha elogiato lo sforzo fatto dall’Ispettoria per rendere le comunità numericamente consistenti. “Abbiamo bisogno di crescere in modo solido per rafforzare le nostre comunità. L’Ispettoria continua ad essere giovane e con belle prospettive.

Ancora, Don Á.F. Artime ha mostrato apprezzamento per la varietà di missioni e apostolati realizzati al servizio di tutti i tipi di persone dentro INH. “Sono contento della missione portata avanti dall’Ispettoria” ha esclamato.

Presentando alcune statistiche, ha aggiunto poi che non bisogna perdere la speranza quando il numero delle vocazioni è in calo. L’India oggi è la nazione con il maggior numero di salesiani, visto che quest’anno la regione Asia Sud ha raggiunto il numero di circa 3.000 Figli di Don Bosco. Ma al tempo stesso i dati indicano che tale valore è attualmente il massimo possibile e che per il futuro è attesa una diminuzione.

Il Rettor Maggiore ha allora esortato a non scoraggiarsi o a diventare pessimisti, ma ad acquisire la lucidità mentale per capire cosa sta accadendo oggi, per essere creativi nell’approccio alla missione: forse il tradizionale aspirantato non sarà più così corrispondente alle attese dei giovani e bisognerà trovare un nuovo modello per ispirare i giovani a scegliere lo stile di vita salesiano.

Per questo ha ribadito la centralità della formazione: “Un conto è avere il titolo di ‘salesiano’, un altro è formare degli autentici salesiani”.

Con riferimento a quanto visto in questi giorni, ha rilevato poi due punti di forza dei salesiani in India: il nome “Don Bosco”, che apre tutte le porte, e la conoscenza diffusa della missione salesiana per i giovani.

Ha infine incoraggiato tutti i presenti a continuare a lavorare con trasparenza e armonia, ricordando: “Dobbiamo garantire ciò che è più essenziale ai giovani più poveri”.

A conclusione del suo intervento il Rettor Maggiore si è reso disponibile alle domande dei suoi confratelli.

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