Siria – Il Paese vive un altro triste anniversario dell’inizio della guerra, con in più le devastazioni del terremoto

15 Marzo 2023

(ANS – Damasco) – La Siria celebra il dodicesimo anniversario dello scoppio della guerra in una situazione umanitaria critica, aggravata dalle conseguenze dei terremoti del mese scorso nel nord del Paese. Una generazione di giovani non conosce altra situazione che vivere in mezzo alle bombe, alla povertà, all'insicurezza e all'incertezza. I salesiani, da parte loro, continuano ad essere al fianco della popolazione, aiutando, avendo cura e aprendo le loro porte ai loro prossimi, per infondere speranza e continuare ad essere un’oasi di pace e una casa di speranza in mezzo alla sofferenza.

La guerra in Siria compie oggi, 15 marzo 2023, 12 anni. Non ci sono più bombe, tranne che in una zona controllata dai ribelli nel nord del Paese, ma la situazione della popolazione è drammatica. Il conflitto ha provocato più di mezzo milione di morti, più di 2,1 milioni di feriti e più di 13 milioni di sfollati - con almeno 6,6 milioni di rifugiati in altri Paesi. Più di 11 dei 17 milioni di abitanti presenti oggi nel Paese hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria per sopravvivere, e tra questi vi sono 6,5 milioni di minorenni.

“Non c’è lavoro, non c’è elettricità, il carburante è molto costoso e il denaro non vale nulla... La popolazione è scoraggiata – riportano i salesiani presenti in Siria –. C’è una generazione di minori che conosce solo la guerra, e molti giovani che hanno vissuto la maggior parte della loro vita in mezzo alla violenza stanno pensando di lasciare il Paese”, racconta don Alejandro León, Superiore dei Salesiani del Medio Oriente (MOR).

“Gli adolescenti delle nostre opere salesiane sono stati educati alla cultura della pace e della speranza, a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Tuttavia, molti di loro dicono apertamente che il problema ora è che il bicchiere è rotto e non vedono un futuro per loro stessi e per le loro famiglie”, continua il salesiano.

In Siria oggi ogni famiglia ha un proprio caro da piangere a causa della guerra. “Anche nei nostri oratori e centri giovanili abbiamo sofferto per la morte di minori, degli animatori e delle loro famiglie a causa delle bombe su Damasco e Aleppo” prosegue l’Ispettore salesiano di MOR. Tuttavia, i dubbi dei giovani sono ora incentrati sul bivio posto davanti a loro: “Lasciare il Paese in cerca di un futuro lontano dalla Siria o rimanere con i genitori e aspettare la pace per contribuire alla ricostruzione”.

Inoltre, il terremoto del 6 febbraio e le oltre 11.000 scosse di assestamento hanno ulteriormente complicato la situazione. Nell’enorme ecatombe avvenuta, con 54.500 morti finora registrati, sono state quasi 6.000 le vittime siriane; e nel nord-ovest del Paese, dove sono crollati più di 100.000 edifici, ci sono 1,5 milioni di persone senza casa e 5,4 milioni di individui che dipendono dagli aiuti di emergenza.

In questi 12 anni, le opere salesiane hanno sempre tenuto le porte aperte per rispondere ai bisogni dei più piccoli della comunità. Dal 2012 al 2018, 250 famiglie ad Aleppo, 120 a Damasco e 30 a Kafroun hanno ricevuto assistenza finanziaria mensile. E dal 2012 al 2014, la casa di Kafroun ha ospitato 70 persone di Aleppo sfollate a causa della guerra.

Inoltre, dal 2019 al 2022 circa 200 giovani hanno ricevuto corsi di promozione aziendale e alcuni di loro sono stati aiutati per l’investimento iniziale della loro attività. Inoltre, per sostenere i minori negli studi (70 ad Aleppo e 100 a Damasco) e i giovani universitari nelle loro esigenze economiche, questi ultimi sono stati impegnati in un percorso di lezioni di aggiornamento e recupero scolastico per i minori.

In totale, l’opera di Kafroun ha accolto più di 370 persone durante gli anni peggiori della guerra e ora sta accogliendo anche gli sfollati del terremoto. Ad Aleppo, la città più colpita dalla guerra e ora dal terremoto, i salesiani portano avanti un progetto educativo che ha aiutato una media di 800 minori e adolescenti in questi ultimi anni di conflitto. Allo stesso modo, nelle ultime settimane, quasi 800 persone divenute bisognose a causa del terremoto sono state ospitate presso la “Casa Don Bosco” della città.

A Damasco, sono circa 1.200 i minori beneficiari dell’opera salesiana e 280 i giovani volontari universitari di Don Bosco. Infine, nel quartiere di Jaramana, a 8 km dalla casa salesiana, sono stati affittati degli appartamenti per dare lezioni ai bambini, in modo che non debbano spostarsi troppo per proseguire gli studi. E nella stessa zona è anche prevista la costruzione di un grande centro giovanile.

Fonte: Misiones Salesianas

InfoANS

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