La città di Chennai, nel Sud dell’India, conta 20 istituzioni salesiane, tra cui cinque oratori attivi che soddisfano il criterio dell’Oratorio di Valdocco. Di fronte a tale ricchezza e responsabilità, gli incaricati e i delegati a questi oratori si sono riuniti per discutere, rivedere, rinnovare e rilanciare questa geniale iniziativa di Don Bosco. Il dibattito si è basato sulla riflessione aggiornata sugli oratori e centri giovanili fornita dal Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don Miguel Angel García Morcuende, che ha aiutato e facilitato la discussione e l’animazione dei responsabili.
I giovani partecipanti sono stati uniti dall’entusiasmo di apprendere e comprendere meglio il carisma di Don Bosco, e hanno apprezzato le iniziative offerte dal Settore per la Pastorale Giovanile. Tuttavia, hanno anche espresso la loro preoccupazione per la valorizzazione di questa missione salesiana. Don Patrick Antonyraj, dal Settore per la Pastorale Giovanile a Roma, ha introdotto i lavori con un discorso programmatico online, gettando luce sull’importanza e la rilevanza teologica, storica e sociale degli Oratori e dei Centri giovanili.
“Sii salesiano, sii sinodale” è stato il mantra ripetuto e trasmesso vicendevolmente dai partecipanti mentre approfondivano vari temi riguardanti l’oratorio. Gli animatori sono stati guidati a valutare l’efficacia della loro missione educativa in oratorio e a valutare come essa possa servire e beneficiare i giovani. Sono seguiti vari confronti su come lanciare progetti innovativi per rivitalizzare gli oratori e su come dedicare più risorse umane, denaro e sforzi a questa importante ambito di servizio.
Il Delegato ispettoriale per la Pastorale Giovanile di INM, don John Christy, ha poi condiviso e discusso le intuizioni fondamentali alla base dell’oratorio. Ha spiegato che Gesù nacque a Betlemme, morì a Gerusalemme, ma lavorò in Galilea. La Galilea è stata dunque la terra di missione di Gesù per stabilire il Regno di Dio sulla terra. È stata la Galilea a presentarlo al mondo. Fu lì che chiamò i primi discepoli. Lì crebbe la sua personalità, insegnò e compì miracoli. Fu in Galilea che diede ai discepoli il comandamento della missione e salì al cielo. Poi ha collegato idealmente la Galilea di Gesù a ciò che fu Valdocco per Don Bosco: fu Valdocco a presentare Don Bosco al mondo, fu Valdocco a farlo crescere nella sua personalità, fu lì che formò i primi allievi per dare inizio alla Congregazione Salesiana.
"Quello di cui abbiamo bisogno oggi è la stessa esperienza di Valdocco – ha poi aggiunto –. La più grande verità che Don Bosco scoprì a quarant’anni fu l’intuizione che solo nell’oratorio avrebbe potuto rispondere alla chiamata di Dio nella pastorale giovanile”. Citando il libro di Francesco Motto, Ripartire da Don Bosco. Dalla storia alla vita oggi (Elledici, 2007), ha detto che questa è stata la base che trasformò l’oratorio in una componente essenziale del piano di salvezza per i giovani. Ha inoltre sottolineato che l’Oratorio di Don Bosco fu un rifugio per tutti i poveri, gli indigenti, i giovani a rischio e gli ex detenuti, ed egli non pretese mai da alcuno un certificato di buona condotta. L’oratorio, ha concluso, è stato alla base della fondazione della Congregazione Salesiana ed è tuttora alla base dello sviluppo del Progetto Educativo Pastorale Salesiano.
Tutti i presenti hanno poi esaminato e valutato gli oratori e i centri giovanili esistenti con lo strumento dell’analisi SWOT e hanno elaborato linee d’azione concrete e realistiche per migliorarli ulteriormente. Hanno ringraziato i salesiani per il loro impegno per i giovani più poveri che frequentano gli oratori e, insieme ai salesiani, hanno preso la ferma decisione di essere fedeli allo spirito oratoriano e allo zelo apostolico di Don Bosco.