Messico – Un ringraziamento ufficiale dall’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati al “Progetto Salesiano Tijuana”

07 Aprile 2023

(ANS – Tijuana) – Il “Proyecto Salesiano Tijuana A.C.”, (PST) l’ente che coordina le attività sociali della presenza salesiana nella città, è da sempre impegnato nei confronti delle persone più vulnerabili di Tijuana, soprattutto migranti e rifugiati. Salvaguardare i diritti umani ed accogliere, proteggere, promuovere e integrare e le persone in contesto di mobilità è stata una grande sfida per i suoi operatori, soprattutto negli ultimi tempi, che ha portato i membri del PST a rafforzare i legami di amicizia e collaborazione con altre organizzazioni governative e agenzie delle Nazioni Unite.

In virtù di tutto questo, giovedì 5 aprile, l’équipe del “Proyecto Salesiano Tijuana” ha ricevuto un ringraziamento ufficiale da parte di Giovanni Lepri, rappresentante dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR) in Messico.

Nel messaggio del riconoscimento è scritto, tra l’altro: “L’équipe del Proyecto Salesiano Tijuana ha sempre dimostrato un grande spirito di collaborazione nei confronti delle persone rifugiate e delle azioni svolte dall’ACNUR per la loro protezione: nell’assistenza nei centri d’accoglienza, nella difesa dei loro diritti e nel coordinamento delle attività di integrazione e coesistenza (…) Il Proyecto Salesiano ha svolto un ruolo chiave per la cura e il sostegno alle persone rifugiate nella Commissione Messicana di Aiuto ai Rifugiati (COMAR) così come per il lavoro e le operazioni dell’ACNUR a Tijuana”.

In merito a questo riconoscimento, il Direttore Generale del PST, don Agustín Novoa Leyy, ha dichiarato: “Il nostro lavoro su questa frontiera, orientato dall’enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco, è stato quello di accogliere quotidianamente donne, bambini e uomini che arrivano a Tijuana dal sud del nostro Paese o in condizione di rimpatriati ai sensi del Titolo 42, e comporta una grande responsabilità umanitaria, che va oltre il fornire un riparo o un piatto di cibo. Significa accoglierli emotivamente, guidarli e sostenerli nella situazione che li ha spinti a lasciare il loro Paese d’origine e a venire qui; vuol dire ascoltarli, lenire i loro cuori addolorati e spezzati per ciò che hanno vissuto nel loro Paese, ma anche per la durezza del viaggio, insieme alle manifestazioni xenofobiche che purtroppo incontriamo sempre più spesso".

Infine, il salesiano conclude: “Il fatto che questo compito che svolgiamo con passione sia percepito e apprezzato da un’agenzia delle Nazioni Unite ci incoraggia ad andare avanti, a continuare ad alzare la voce e ad aprire le braccia per accogliere, ad abbracciare con l’anima i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati”.

InfoANS

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