RMG – “Vi accompagno da qui”: l’anniversario di pontificato al Gemelli, guardando al mondo

13 Marzo 2025
Foto ©: Vatican News

(ANS – Roma) – Il 13 marzo Papa Francesco celebra il dodicesimo anniversario dell’elezione a Pontefice nel Policlinico romano dove è ricoverato da quasi un mese. Un tempo sospeso a conclusione di uno degli anni più intensi mai vissuti tra Giubileo, Sinodo, Concistoro, viaggi all’estero e in Italia, visite alle parrocchie di Roma... Il Pontefice è accompagnato in questo giorno dalla preghiera dei fedeli dei cinque continenti, nella certezza che il suo sguardo di pastore non smette di posarsi sul gregge.

È facile ora immaginare un Jorge Mario Bergoglio debilitato, ma al tempo stesso desideroso di abbandonare presto il decimo piano dell’ospedale Gemelli per riabbracciare il suo popolo. Quel popolo dal quale, il 13 marzo di dodici anni fa, nel 2013, ha invocato la benedizione e al quale ha promesso un cammino comune: “Vescovo e popolo, insieme…”. Il popolo a cui, continuamente, alla fine di ogni Angelus, omelia, discorso, chiede di pregare per lui: “Perché ne ho bisogno”.

La risposta del mondo al “pregate per me”

E se c’è una cosa che non mancherà in questa ricorrenza per il Papa “venuto dalla fine del mondo” saranno certamente le preghiere, come testimoniano le tante iniziative sorte spontaneamente nelle diverse diocesi che hanno unito in un unico filo rosso i cinque continenti: dalla Cina al Ciad, dallo Sri Lanka alla “sua” Argentina, dagli Usa a Roma, dove ogni giorno gruppi di fedeli in preghiera si radunano nel piazzale dell’ospedale o in Piazza San Pietro per i Rosari guidati dalla Curia romana. Preghiere intensificate dopo gli annunci delle crisi che la polmonite ha provocato al Papa, fortunatamente mai più ripresentatesi.

“In uscita”

Preghiere (o per chi non crede “buoni pensieri”, come ha sempre chiesto lui stesso) connesse da un’unica invocazione: la guarigione di un Papa fragile, ma tenace, “mai rimasto caduto” (volendo mutuare una sua tipica espressione) ma sempre rialzatosi dopo ogni difficoltà fisica, recuperando forze e voce, viaggiando, incontrando, ricevendo, visitando - seppur in sedia a rotelle - parrocchie di Roma e diocesi o volando dall’altra parte dell’emisfero.

L’audio risuonato in Piazza San Pietro

Il 13 marzo 2025 Papa Francesco si trova invece ad iniziare il tredicesimo anno del suo pontificato in ospedale. Fino a questo momento come sua testimonianza vocale c’è solo l’audio risuonato lo scorso 6 marzo tra i fedeli riuniti per il Rosario in Piazza San Pietro. Poche parole registrate in spagnolo nell’appartamento privato del Gemelli, tra la fisioterapia respiratoria e l’ossigenazione ad alti flussi, per ringraziare quanti in questi giorni gli hanno manifestato affetto e vicinanza.

Il traguardo del viaggio più lungo

Tre frasi e un grazie: “Ringrazio di cuore per le vostre preghiere per la mia salute dalla Piazza. Vi accompagno da qui. Che Dio vi benedica e che la Vergine vi custodisca. Grazie”.

Che arrivano però dopo dodici mesi – a partire dal 13 marzo 2024 – lungo i quali Francesco ha recitato 45 Angelus e Regina Caeli, presieduto 32 udienze generali, tenuto quasi 230 incontri dentro e fuori il Vaticano, celebrato 30 Messe. Paradossale. Come sembra paradossale che Francesco si trovi a battere il “record” del ricovero più lungo del suo pontificato, cinque mesi dopo l’altro record del viaggio più lungo: le due settimane tra Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste, Singapore.

Una scommessa vinta per l’allora 87enne Francesco, ripagato di ogni sforzo da una indimenticabile accoglienza per strada con canti e balli di tribù, donne, bambini, da gente arrampicata su alberi e palazzi per sventolare bandiere con il suo volto. Un altro traguardo è essere riuscito a volare da Port Moresby a Vanimo, ai confini della Papua Nuova Guinea, per incontrare i missionari argentini che annunciano il Vangelo nelle foreste tra gli indigeni, e osservare con i propri occhi una Chiesa che muove i primi passi, come quelle narrate negli Atti degli Apostoli.

Pellegrino in Europa e in Italia

Dopo la fatidica missione ai confini del globo, il Papa ha ripreso il suo pellegrinaggio: a settembre, nel cuore dell’Europa, in Lussemburgo prima e in Belgio poi. Un viaggio più breve ma ugualmente impegnativo tra fuori programma con poveri e giovani, momenti non facili all’Università di Lovanio, il nodo degli scandali degli abusi. E a dicembre il Papa ha volato ancora in Corsica. In Italia è stato a Venezia, Verona e Trieste, città dalle quali rilanciare appelli di pace, fraternità, democrazia.

La Porta Santa di San Pietro e di Rebibbia, per un giorno “basilica”

Il dodicesimo anno di pontificato è stato scandito da tappe fondamentali per la vita della Chiesa come l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, la sera del 24 dicembre, per dare il via al grande Giubileo della Speranza. Poi due giorni dopo, il 26 dicembre, la Porta Santa aperta nel carcere di Rebibbia, penitenziario divenuto per un giorno “basilica”, tra guardie e detenuti commossi.

Sinodo, Concistoro, enciclica, appelli, lettere, incontri

E poi, ancora, il Sinodo sulla sinodalità per tutto ottobre, seconda tappa in Vaticano di un percorso triennale partito dalle diocesi, con padri e madri sinodali - laici e consacrati - riuniti da diversi contesti e latitudini per avviare processi ed elaborare cambiamenti.

Nel dodicesimo anno sul Soglio petrino anche una enciclica, la Dilexit Nos, la quarta del pontificato per riportare il “cuore di Gesù Cristo” ad un mondo “che sembra aver perso il cuore”, e il decimo Concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali e riconfigurare in chiave ancora più universale il volto della Chiesa.

Speranze e certezze

Da metà febbraio poi la pausa, la malattia, l’assenza da piazze e finestre, la delega ad altri cardinali a presiedere le celebrazioni giubilari. Sempre, però, con la speranza alimentata dalla preghiera di una ripresa e la certezza della sua presenza e del suo sguardo di pastore che, tra terapie e fisioterapie, riposo e preghiere, non smette di posarsi sul gregge. “Vi accompagno da qui”.

Salvatore Cernuzio

Fonte: Vatican News

InfoANS

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