Oggi, parlare di “missioni” non significa più soltanto pensare a territori geograficamente lontani o a contesti considerati “terre di missione”, ma riconoscere che la chiamata all’evangelizzazione attraversa le coordinate culturali, sociali e anche digitali del mondo contemporaneo. La missione si realizza ovunque ci sia bisogno di annunciare il Vangelo, anche nei Paesi di antica tradizione cristiana che richiedono una nuova evangelizzazione, come indicato da Evangelii Gaudium (n. 14).
Questo processo di rilettura si è radicato nella vita della Congregazione già da decenni: i missionari salesiani provengono oggi da tutti i continenti e sono inviati in ogni parte del mondo, testimoniando una visione interculturale e universale del carisma missionario.
Già il Capitolo Generale Speciale (CG20) aveva riconosciuto: “Ugualmente è azione missionaria il riannuncio del Vangelo e la conseguente reimpostazione della Chiesa in zone scristianizzate” (CG20, n. 465).
Nel corso del CG29, questa rinnovata visione è stata assunta come patrimonio condiviso e, attraverso un ampio processo di discernimento e confronto, si è giunti all’approvazione della modifica dell’articolo 30 delle Costituzioni Salesiane, da essere sottoposta all’approvazione della Santa Sede.
La proposta di una nuova versione dell’articolo recita: “I popoli non ancora evangelizzati sono sempre stati destinatari della premura e dello slancio apostolico di Don Bosco. Essi continuano a sollecitare e a mantenere vivo il nostro zelo: ravvisiamo nel lavoro missionario un lineamento essenziale della nostra Congregazione. Con l’azione missionaria compiamo un’opera di paziente evangelizzazione, fondazione della Chiesa in un gruppo umano e la rivitalizzazione della fede anche in Paesi di antica tradizione cristiana…”
“È significativo che in questo 150° anniversario della prima spedizione missionaria, abbiamo approvato l’aggiornamento del concetto di missione nelle nostre Costituzioni”, ha sottolineato il Rettor Maggiore, Don Fabio Attard.
