RMG – Ricordando don Valentín de Pablo Masa, SDB: “Un missionario per noi Salesiani Africani, un padre per tutti” lo celebra don Owoudou

16 Aprile 2025

(ANS – Roma) – Il 16 aprile 2006 raggiungeva la Casa del Padre don Valentín de Pablo Masa, salesiano sacerdote, missionario e Consigliere per la Regione Africa-Madagascar. In occasione dell’anniversario della sua nascita al Cielo, don Alphonse Owoudou, suo successore come Consigliere Regionale per l’Africa-Madagascar (2020-2025) ed eletto dal CG29 primo Consigliere della nuova Regione Africa Centro e Ovest, ne traccia un affettuoso ricordo.

Don Valentín de Pablo Masa nacque a Castronuño, un piccolo paese della provincia di Valladolid, il 26 aprile 1946. Fu lì, tra le pietre semplici della Spagna rurale, che crebbe in lui quella fede concreta, tenace, discreta, che lo avrebbe reso un giorno guida spirituale e fratello di tanti. A 17 anni entrò nel noviziato salesiano di Mohernando, e il 16 agosto 1963 emise la sua prima professione. Ordinato sacerdote dieci anni più tardi a Salamanca, iniziò un cammino che l’avrebbe portato in luoghi e contesti diversissimi, ma sempre con uno stesso cuore: donato ai giovani, fedele al Vangelo, salesiano fino all’ultimo respiro.

La sua vita fu un viaggio costante, ma mai dispersivo: ogni passaggio fu preparazione al successivo. Fu catechista nell’aspirantato di Zuazo de Cuartango, poi missionario in Mozambico nel 1974, durante una fase storica turbolenta e instabile per il Paese. Lì iniziò il suo amore profondo per l’Africa, un amore che non si spegnerà nemmeno dopo l’espulsione forzata, nel 1978. Ritornato in Spagna, non si lasciò abbattere: assunse incarichi di grande responsabilità nella formazione e nell’animazione. Fu animatore missionario a Madrid, quindi formatore dei giovani teologi a Vitoria. Nel 1984 divenne Delegato Nazionale per la Pastorale Giovanile, con sede prima alla Casa Don Bosco di Madrid e poi a Carabanchel. Vi rimase otto anni, segnando un’intera generazione con la sua presenza intelligente e spiritualmente ricca.

Nel 1992 fece una breve esperienza negli Stati Uniti, a Bellflower (California), come assistente parrocchiale. Ma fu nel ritorno in Mozambico, alla fine del 1993, che ritrovò il suo orizzonte profondo. A Maputo, fu Direttore dell’Aspirantato “Jardim” e poi della “Casa Dom Bosco”. Successivamente assunse la responsabilità di Delegato ispettoriale per il Mozambico. In questi anni divenne una figura paterna per salesiani, novizi, giovani. Conoscitore di cinque lingue — spagnolo, portoghese, italiano, francese, inglese —, aveva la rara capacità di adattarsi a ogni cultura, ma sempre mantenendo la propria autenticità evangelica.

Nel 2002, durante il Capitolo Generale 25, venne eletto Consigliere Generale per la Regione Africa-Madagascar. Fu chiamato a Roma, ma il suo cuore e i suoi piedi rimasero in movimento: da quel momento, divenne pastore itinerante di un intero continente. Visitò comunità in Madagascar, Mali, Angola, Nigeria, Etiopia, Congo, accompagnando con discrezione, consigliando con sapienza, animando con passione.

Fu uno dei principali promotori e realizzatori del “Progetto Africa”, un piano organico e ambizioso per lo sviluppo delle presenze salesiane nelle nostre terre africane, realizzato con la collaborazione di tutte le Ispettorie del mondo. Contribuì inoltre alla nascita e al consolidamento della CIVAM, ovvero della Conferenza delle Ispettorie e Visitatorie salesiane dell’Africa-Madagascar, strumento prezioso per la comunione e la corresponsabilità tra le realtà locali, recentemente trasformata dal CG29 in ben due nuove Regioni.

Don Valentín non era uomo di grandi discorsi o gesti teatrali. Era uno che camminava, ascoltava, costruiva in silenzio. Nel Consiglio Generale era noto per la sua sobrietà, per il senso pratico, per lo sguardo largo, ecclesiale, missionario. Anche negli ultimi giorni partecipò attivamente ai lavori del Consiglio. Fino alla fine, fu presente, partecipe, fedele.

Il 16 aprile 2006, durante una visita fraterna ai confratelli nel Mali, morì improvvisamente a Touba. Una morte inattesa, ma profondamente coerente con la sua vita: accanto ai fratelli, in viaggio per servire, nel cuore della missione africana. Aveva 59 anni. La notizia scosse la Congregazione intera. Il Rettor Maggiore di allora, Don Pascual Chávez, espresse pubblicamente dolore e gratitudine: “La sua scomparsa, improvvisa e inaspettata, ci ha colti di sorpresa e ci ha lasciati umanamente sgomenti. Sono grato a tutti voi per le numerose e sentite attestazioni di vicinanza, partecipazione e cordoglio. Ringraziamo insieme il Signore per il dono della vocazione salesiana, presbiterale e missionaria di Don Valentin. Ricordiamolo nella nostra preghiera. Negli ultimi giorni della sua vita ha partecipato nel Consiglio Generale alla scelta del tema capitolare. Trovandosi ora presso Dio, egli potrà intercedere per tutti noi, per la buona riuscita del Capitolo e per la Regione Africa e Madagascar.” (ACG 394, p. 3)

Il ricordo di don Valentín continua a vivere nella memoria viva dei confratelli africani e nelle opere che ha contribuito a fondare. Molti oggi lo considerano un intercessore, una guida spirituale per la missione salesiana in Africa. È difficile pensare a un’opera o a una comunità in quel continente dove il suo nome non evochi stima, affetto, riconoscenza. Non fu un uomo che cercò visibilità, ma divenne visibile per la sua coerenza. Non fu un predicatore infuocato, ma il suo silenzio parlava. Non fu un teorico, ma sapeva vedere lontano.

Di lui resta una testimonianza limpida: quella di un salesiano che ha vissuto ogni incarico come una chiamata, ogni luogo come una missione, ogni persona come un dono. Mentre celebriamo i 150 di missioni salesiane, è motivo di azione di grazia ricordare Don Valentin, morto da missionario, come aveva sempre vissuto: con i piedi in cammino, lo sguardo attento, il cuore colmo di carità.

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