Spagna – Sig. Žák, SDB: “L’attuale contesto secolarizzato ci rende tutti più vicini”

29 Aprile 2025

(ANS – Madrid) – Michal Žák, salesiano coadiutore slovacco di 32 anni, con studi in architettura e urbanistica, sta svolgendo il suo tirocinio in Spagna. Ha conosciuto la Famiglia Salesiana fin dall’infanzia, nella parrocchia di Bratislava-Trnávka, dove è stato battezzato e ha vissuto le prime esperienze educative nei campi estivi e come animatore di centri giovanili.

Nella sua giovinezza, fin dagli anni del liceo, si è posto delle domande sulla vita religiosa, e ciò lo ha portato a intraprendere il cammino del discernimento vocazionale. La regolare guida spirituale durante gli anni dell’università, una vita di costante preghiera e servizio agli altri e l’esperienza di far parte di una comunità salesiana per due settimane lo hanno spinto a fare il grande passo e a decidere di diventare salesiano. Con le sue stesse parole:

“Un momento molto arricchente per me è stata l’esperienza di vivere per due settimane in una comunità salesiana, dove ho potuto vedere la vita di una comunità religiosa e comprendere i salesiani ‘dall’interno’. Statisticamente, la maggior parte delle persone associa la vita di Don Bosco all'immagine del sacerdote salesiano, ma è stato durante questo periodo che ho preso maggiormente coscienza del fascino dello stile di vita del salesiano coadiutore. E a poco a poco, ho iniziato la mia formazione salesiana attraverso diverse fasi nelle case di formazione salesiane in Slovacchia”.

La formazione iniziale l’ha compiuta con giovani provenienti da Slovacchia, Repubblica Ceca, Ucraina, Russia e Bielorussia. Attualmente sta completando un periodo di preparazione di due anni per i voti perpetui come Salesiano di Don Bosco.

In origine avrebbe dovuto far parte della casa di formazione per salesiani coadiutori a Martí Codolar, presso Barcellona, ​​ma il progetto di Martí Codolar è stato interrotto; ciononostante i suoi superiori hanno voluto mantenere l’idea che Michal sperimentasse l’ambiente educativo e professionale nei centri di formazione professionale in Spagna, creando in tal modo anche dei ponti tra l’ambiente salesiano slovacco e quello spagnolo.

Riguardo alla sua vita quotidiana, racconta: “Da settembre 2024 la mia casa è la comunità di formazione dello Studentato Teologico di Madrid-Atocha. Sono felice di poter condividere il tempo con giovani salesiani della mia generazione provenienti da diversi Paesi del mondo. Trascorro la maggior parte delle mie mattine nei vari dipartimenti del Centro di Formazione Professionale di Atocha, dove assisto alle lezioni in qualità di osservatore. E sono particolarmente legato agli insegnanti, tra i quali trovo buoni amici”.

“Ogni mese – continua – organizziamo una conferenza tematica per gli studenti, ad esempio sull’architettura o la tipografia in Slovacchia, o una testimonianza sulla storia della fede e della vocazione. Insieme alla coordinatrice pastorale, Elisa Mazón, prepariamo anche il programma dei ‘buongiorno’. Un’altra parte della mia esperienza formativa è l’apostolato del fine-settimana presso il centro giovanile di Soto del Real”.

Alla domanda su cosa lo attragga dei Salesiani in Spagna, afferma: “Il mondo salesiano spagnolo vanta una forte esperienza nei Centri di Formazione Professionale e una percentuale relativamente alta di Salesiani Coadiutori. Le mie conversazioni con Salesiani Coadiutori di diverse generazioni ed esperienze di vita sono state finora particolarmente arricchenti. Ascoltando le storie degli altri, possiamo arrivare a conoscere Dio e la sua azione”.

“Vedo che i salesiani hanno coordinato e unito molte attività pastorali, e i centri giovanili pure collaborano a tutto questo, il che garantisce chiarezza e semplifica il lavoro. Osservo anche un’intensa capacità di delegare le responsabilità a collaboratori laici, ai quali viene data autonomia. E noto anche che, nonostante lo stile educativo secolarizzato, vi è un forte riferimento a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco. Sono una sorta di ‘porta d'accesso’ o di ‘marchio’ riconoscibile per il mondo cristiano e della fede cattolica. Noto anche una buona pratica comprovata, cioè il fatto che in diversi contesti salesiani, scuole o istituti educativi, ci sono degli exallievi come professori e insegnanti. Da una prospettiva carismatica e manageriale, questo sembra funzionare molto bene e da generazioni: sono persone a cui non devi spiegare cosa sia il Sistema Preventivo e conoscono già interiormente la ricchezza dell’ambiente educativo salesiano”.

Riguardo alle somiglianze e alle differenze tra i Salesiani di Spagna e Slovacchia, il giovane spiega: “Da un lato, condividiamo radici comuni, un ‘mondo simbolico’ comune – come lo stretto rapporto con Maria Ausiliatrice e Don Bosco, il Sistema Preventivo… Siamo vicini nella creazione comunitaria di un clima di famiglia nei nostri gruppi di lavoro, nell’insegnamento e nel lavoro con gli animatori; condividiamo anche le tentazioni dello stacanovismo, dell’attivismo e della superficialità, così come le sfide: in un contesto secolarizzato dei destinatari e collaboratori, siamo più vicini che mai.

D’altro canto, i salesiani in Spagna sono più secolarizzati che in Slovacchia e hanno maggiore autostima. Osservo con stupore che avere 85 anni qui non significa per un salesiano non poter più lavorare o stare in mezzo alla gente e ai giovani. Mi vengono le lacrime di gioia quando vedo il cortile dei Salesiani di Atocha, dove gli anziani salesiani giocano a palla con i bambini più piccoli. Sono affascinato dalla vitalità e dall’energia dei salesiani più anziani.

Al tempo stesso, i salesiani della Slovacchia provenivano da un ambiente più ‘punk’ e improvvisato. Quarant’anni di aggressiva persecuzione comunista (1950-1989) hanno insegnato a generazioni di salesiani cecoslovacchi ad essere creativi e senza strutture. I salesiani slovacchi apprezzano i piccoli numeri e le relazioni profonde con i singoli individui”.

Fonte: Salesianos.info

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