Prima giornata: una riflessione sull'identità e l'eredità missionaria
Il simposio si è aperto con il saluto di don Abel Njeru, Direttore del Teologato di Utume, che ha dato il benvenuto ai presenti e illustrato il senso dell’evento.
Successivamente, P. George Kocholickal, PMS, ha tenuto il primo discorso, esortando i partecipanti a reimmaginare la testimonianza cristiana in un mondo sempre più segnato dall’indifferenza. Ha sottolineato che l’autentica testimonianza è opera dello Spirito Santo e ha delineato le fasi fondamentali del discepolato: chiamare, lasciare, seguire e rimanere. Queste, ha sostenuto, sono le condizioni e la vocazione continua di ogni discepolo.
A seguire, don Innocent Maganya, si è soffermato sull'urgenza e l'attualità dell'attività missionaria nell'Africa contemporanea. Ha sottolineato l'importanza di promuovere lo spirito missionario, in particolare nelle regioni più bisognose, e ha incoraggiato i partecipanti ad ascoltare attentamente lo Spirito Santo, ispirandosi al fervore originario dei primi missionari di Don Bosco.
La prima giornata si è conclusa con don Alex Mulongo, SDB, che, nel momento in cui la comunità salesiana commemora il suo patrimonio missionario ha invitato ad assumere un atteggiamento di gratitudine e riconoscenza; e ha anche auspicato un rinnovato impegno nel lavoro missionario, esortando i salesiani ad onorare il passato e ad affrontare le sfide del presente con determinazione e speranza.
Seconda giornata: pellegrini della speranza e missione permanente
La seconda giornata di lavori è iniziata con le preghiere e il discorso di apertura di don Jose Padinjareparampil, SDB, che ha intrecciato la celebrazione del 150° anniversario delle missioni salesiane all’anno giubilare della Chiesa universale, inquadrando i partecipanti come “Pellegrini della speranza”.
Da parte sua, la successiva relatrice, suor Mary Ngina, FMA, ha tratto spunto dal magistero di Papa Francesco per “provocare” i partecipanti a diventare strumenti di speranza in mezzo alla disperazione diffusa, sottolineando la centralità di incarnare la speranza nel mondo di oggi.
Ancora, P. John Korir, MCCJ, ha parlato della vita da discepoli missionari, sia nel contesto immediato (inter gentes) che al di fuori (ad gentes), condividendo esperienze personali da lui vissute in Egitto e incoraggiando tutti ad essere una luce per il mondo.
Don Sebastian Koladiyil, SDB, infine ha riflettuto sul “Progetto Africa” a 45 anni dal suo avvio, raccontando le sfide e i successi dei primi missionari in Africa orientale. Inoltre, ha invitato a rinnovare gli sforzi per sostenere ed espandere lo spirito missionario sia in Africa, sia a livello globale.
Conclusioni: sostenere lo spirito missionario
Il simposio si è concluso con le osservazioni di don David Nduati, Vicario dell’Ispettoria Africa Est (AFE), che ha espresso gratitudine a tutti i partecipanti e li ha esortati a sostenere lo spirito missionario ereditato da Don Bosco. Don Njeru, il Direttore del centro di Utume, ha fatto eco a questi sentimenti e, dopo una vivace tavola rotonda, i partecipanti sono stati invitati a concludere l’evento con un tè comune, simbolo di unità e condivisione di intenti.