La Positio ha avuto come relatore padre Szczepan Tadeusz Praśkiewicz, OCD, come Postulatore don Pierluigi Cameroni, SDB, e come Collaboratrice la Dott.ssa Lodovica Maria Zanet. Elementi strutturali della “Positio” – che presenta in modo articolato ed approfondito tutto l’apparato probatorio documentale e testificale riguardante la vita virtuosa del Servo di Dio – sono: una breve presentazione da parte del Relatore; l’Informatio super virtutibus, ossia la parte teologica nella quale viene dimostrata la vita virtuosa del Servo di Dio; i due Summarium con le prove testificali e documentali; la Biographia ex Documentis; le Sezioni ultime e l’apparato iconografico. Un ringraziamento speciale è andato a don Alojzij Snoj, SDB, per la passione e la qualificata e generosa collaborazione offerta, sia nella fase diocesana, sia in quella romana della Causa.
Dopo la consegna, la Positio sarà esaminata dai Consultori Teologi del Dicastero delle Cause dei Santi. Quindi, sarà studiata dai Cardinali e Vescovi: queste articolate tappe di studio e valutazione permetteranno al Sommo Pontefice, in caso di esito positivo, di dichiarare don Andrej Majcen “Venerabile Servo di Dio”. Servirà poi un miracolo attribuito alla sua intercessione per aprire la strada verso la Beatificazione.
Tale notizia ha suscitato grande gioia sia nell’Ispettoria slovena, terra dove nacque il Servo di Dio e che ha accompagnato con grande impegno e interesse questa Causa di Beatificazione, sia in quella del Vietnam, frontiera della sua azione missionaria dopo gli anni vissuti in Cina.
Andrej Majcen nacque a Maribor, in Slovenia, il 30 settembre 1904, primogenito di quattro figli. I suoi genitori – papà Andrej e mamma Marija Šlik – sono una coppia unita, esemplare per integrità e dedizione agli altri: il padre, impiegato al tribunale, insegna ad Andrej a essere buono con tutti, a non giudicare, a ricomporre le tensioni; la mamma, donna di profonda fede che il Servo di Dio considera una religiosa nel mondo e ritiene di non aver mai eguagliato in devozione, gli trasmette un amore totalizzante alla Madonna e l’impegno a essere sempre di Dio in un mondo che cambia.
Gli insegnamenti paterni e materni trovano per il giovane Andrej conferma quando – dopo la scuola magistrale statale – viene assunto come maestro presso i Salesiani di Radna, in un ambiente all’insegna della gioia, dell’impegno e di una fede che informa il quotidiano. Alla proposta vocazionale di diventare Salesiano di Don Bosco, egli risponde con un momento di preghiera e lotta in ginocchio, davanti al Santissimo.
L’8 settembre 1924 partecipa alla solenne consacrazione del Santuario di Maria Ausiliatrice nell’opera di Ljubljana-Rakovnik, prima di entrare ufficialmente in noviziato, il 4 ottobre successivo. Affronta le tappe di formazione alla vita consacrata salesiana (prima professione il 4 ottobre 1925) e al sacerdozio (ordinazione sacerdotale il 2 luglio 1933), mentre gli vengono affidate numerose obbedienze e gli è richiesto un carico di fatica talvolta eccessivo, che vale per lui quale tirocinio alla vita.
Dopo essere venuto a conoscenza del martirio in Cina di Luigi Versiglia e Callisto Caravario – poi canonizzati da Giovanni Paolo II come protomartiri salesiani nel 2000 – e avendo incontrato il missionario don Jozef Keréc, anche Andrej Majcen sentì nascere in sé forte la vocazione missionaria. Questa via, dopo reiterate richieste, si aprirà per lui nel 1935, quando lo Stato impose la chiusura delle scuole artigianali di Rakovnik di cui era preside. Da quel momento, sarà soprattutto: a Kunming (Yunnan, Cina) dal 1935 sino all’espulsione nel 1951 per mano comunista; ad Hanoi nel Nord del Vietnam (1952) e a Saigon nel Vietnam del Sud (dal 1956). Qui egli, molto amato e già accompagnato da fama di santità, visse la stagione di più intensi frutti della sua vita salesiana, fondando la Congregazione in Vietnam, con incarichi diversi, ma soprattutto come Maestro dei novizi.
Espulso anche dal Sud del Vietnam dal regime comunista (nel 1976), dopo un periodo ancora in Oriente (Taiwan), nel 1979 rientra in patria per curare la salute e, contro ogni aspettativa, i Superiori gli chiedono di restare in Slovenia, allora sotto la Jugoslavia comunista. Anche qui trova un regime, vivendo in una Chiesa perseguitata e in comunità depauperate di tanti beni. Eccezion fatta per i primi mesi, avrà sempre casa a Rakovnik, sotto il manto della sua cara Maria Ausiliatrice.
Don Andrej Majcen anima dalla Slovenia un’intensa azione di promozione missionaria e mediazione con il Vietnam, anche per incarico dei Superiori Maggiori. Soprattutto, diviene confessore ricercato e amato. La sua fama di santità lo accompagna in patria come in Vietnam, per il quale resta un indimenticato padre.
Muore il giorno del suo novantacinquesimo compleanno. Ai funerali concelebrano oltre cento sacerdoti e tutti vivono il momento del commiato come esperienza pasquale e di gratitudine a Dio. Qualificata la fama di segni. Sua eredità sono anche 3417 pagine di Diari e Meditazioni da cui trapela l’impegno – così diceva – di “zampettare sulle orme dei santi”.
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