Un episodio significativo avvenne già quando la futura santa ancora si trovava in Italia, nello specifico nella comunità di Varazze, presso Genova. La cronaca della casa racconta che il 25 giugno 1915 la pioggia torrenziale non cessava e si diffuse la notizia che il torrente Teiro aveva rotto gli argini. I bambini e le educande accolti nell’opera delle suore vennero portati al primo piano e ripetevano spaventate le invocazioni della loro maestra: “Gesù, misericordia! Maria Aiuto dei cristiani, pregate per noi”.
Suor Troncatti, insieme ad un’altra consorella, tornate da poco dal lavoro come infermiera, non fece in tempo a finire il pranzo: il refettorio al piano terra venne invaso dall’acqua che tracimò dentro la sala dopo aver divelto il muro di cinta dell’opera. Furono momenti di grande spavento: le due religiose riuscirono a salvarsi navigando su un tavolino divenuto zattera di salvataggio e poi, sbalzate fuori dalla casa, aggrappandosi alla ringhiera del balcone al primo piano, ormai a portata per l’altezza raggiunta dalle acque.
Un’altra consorella più anziana, suor Maddalena Forzani, scesa invece in cantina per salvare dei vasi sacri, invece, non ce la fece, con grande dolore di tutte. Ma nel ricordare quell’esperienza, suor Maria Troncatti sempre faceva riferimento all’affidamento che fece a Maria Ausiliatrice in quei momenti che credeva fossero gli ultimi per lei: “Tu però devi essere missionaria” le suggeriva una voce interiore. E il soliloquio diventava subito preghiera: “Maria Ausiliatrice, vi prometto che se mi salvate da questa inondazione andrò missionaria, Ve lo prometto”. Una preghiera, che, dapprima individuale, nel pieno stile di suor Troncatti venne subito estesa: istintivamente, al fratello Giacomino, in quel momento impegnato come soldato nell’inutile strage della Prima Guerra Mondiale, e poi per la sua consorella Chiara, la suora, cioè, che nella circostanza stava rischiando anche lei la vita per l’inondazione.
Molti anni dopo, il signor Cosimo Cossu, Salesiano Coadiutore, raccontava: “Il nome di Maria Ausiliatrice le era sempre a fior di labbra, ma raccontando i fatti di Varazze il nome di Maria Ausiliatrice aveva un sapore diverso! Bisognava sentirla: dava ad esso una espressione tale che commuoveva. (…) La viveva, la sua devozione alla Vergine Ausiliatrice, la inculcava in noi, nei ragazzi che avvicinava; ma la parte migliore era senza dubbio per le piccole indigene shuar dell’internato e per le sue consorelle”.
Infatti, l’Informatio super virtutibus attesta: “San Giovanni Bosco fu l’araldo, nel suo tempo, della devozione a Maria ‘Aiuto dei cristiani’. La Serva di Dio assimilò questo spirito di filiale devozione, che conobbe attraverso il Bollettino Salesiano fin da giovinetta, poi con più convinta e piena conoscenza da religiosa, fregiandosi del titolo di Figlia di Maria Ausiliatrice. E quando entrò nelle missioni dell’Oriente equatoriano, si può dire che tutto il Morona-Santiago ne fu felicemente contagiato”.
Racconta una signora: “Suor Maria amava molto Maria Ausiliatrice: ‘Invoca Maria Ausiliatrice e vedrai la pace in casa’ diceva. Pregava molto nella sua stanzetta e diceva: ‘Pregate molto nella vostra stanza e Dio e Maria Ausiliatrice vi salveranno’. Diceva frequentemente: ‘Maria, Aiuto dei cristiani, prega per noi’. Aveva sempre sulla bocca: “Dio e Maria Ausiliatrice”; e rivolgendosi alle mamme, diceva: ‘Dovete sempre confidare in Maria Ausiliatrice’”.
E un’altra testimonia: “Ricordo le parole che ci rivolgeva quando parlava di Maria Ausiliatrice, delle grazie e dei favori che concede, dei miracoli (…). E quando dava loro [agli Shuar, NdR] un’immagine di Maria Ausiliatrice, diceva: ‘Io vi guarirò con i rimedi, ma le vere guarigioni le farà Maria Ausiliatrice: qui avete la preghiera’”.
Per ulteriori informazioni, visitare il sito appositamente realizzato per la canonizzazione di suor Maria Troncatti: https://www.mariatroncatti.org
