Sudan del Sud – Non dimenticare le tante emergenze del paese

11 Aprile 2017

(ANS – Giuba) – Non abbandonare il Sudan del Sud e non dimenticare i molti problemi – per lo più derivanti dalla guerra – che la sua gente deve affrontare quotidianamente. È l’appello che rinnovano i Salesiani, impegnati da anni nei progetti a favore dei bambini e della popolazione del più giovane paese africano.

Il Sudan del Sud da 3 anni subisce le conseguenze di una guerra civile che non risparmia nulla: vite umane, attività produttive, infrastrutture… Con la popolazione allo stremo e fiaccata anche dalla carestia, il sostegno internazionale è per tantissime persone l’unica ancora di salvezza.

Ai primi di marzo, invece, il Parlamento aveva votato un provvedimento che innalzava il costo dei permessi di lavoro per stranieri da 100 a 10.000 dollari, motivato con la necessità di far fronte alla gravità della crisi. Un provvedimento che sortiva evidentemente un effetto aggravante sulla crisi, incentivando la fuga dal paese dei lavoratori stranieri – missionari e volontari compresi.

Fortunatamente il Governo ci ha ripensato: nel primo fine-settimana di aprile il ministro delle Finanze, Stephen Dhieu Dau, ha annunciato la sospensione del provvedimento, e in attesa dell’abrogazione della nuova norma da parte del parlamento, ha chiarito che “le agenzie governative continueranno ad applicare i vecchi tassi di pagamento”.

Passata questa “emergenza” burocratica, restano però ancora da risolvere tutti i problemi che attanagliano il più giovane stato africano: 7,5 milioni di persone hanno bisogno di aiuto e 1 milione di bambini soffre di malnutrizione acuta.

I Salesiani in Sud Sudan ricordano che non c’è tempo da perdere e che ognuno, nel suo piccolo, può fare qualcosa, anche semplicemente informandosi e facendo conoscere ciò che sta accadendo in questo paese piagato da tanti mali.

Da parte loro i Figli di Don Bosco accolgono presso le loro strutture circa 15.000 persone bisognose di cibo e rifugio e agiscono in accordo all’intera Chiesa del Sudan del Sud, la quale, attraverso una lettera pastorale dei suoi vescovi, ha dichiarato: “la Chiesa non è a favore o contro nessuno, né del governo, né dell’opposizione. È a favore delle cose buone – pace, giustizia, amore, perdono, riconciliazione, dialogo, applicazione della legge, buona amministrazione… – ed è contro il male – violenze, massacri, stupri, torture, saccheggi, corruzione e discriminazione – indipendentemente da dove avvengano e da e chi le pratichi”.

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