Don Méndez ha manifestato la sua posizione “a fronte dei gravi abusi contro la libertà e i diritti umani e alle tante morti che si sono verificate nelle ultime settimane nel contesto di una situazione politica e sociale difficile per il Venezuela”.
“È stato un anno di grandi turbolenze nel paese – ha spiegato don Méndez –. Mi sento obbligato dalla coscienza a rivolgermi a tutti voi, soprattutto a quanti ci governano (…): la maggior parte dei Venezuelani non vuole continuare nella direzione che voi avete previsto”.
Da tutto il mondo giungono attestazioni a favore di una soluzione di pace, giustizia e rispetto dei diritti umani. Molti paesi chiedono al governo di Nicolás Maduro un’uscita pacifica e la cessazione della violenza e delle morti, dato che negli ultimi giorni sono morte già 29 persone.
In mezzo a tanta incertezza il vescovo di San Cristóbal, mons. Mario Moronta, ha invitato i fedeli ad unirsi, questo giovedì 27 aprile, in un’“intensa giornata di preghiera” e ha aggiunto: “negare che ci sia la fame e che molti hanno bisogno di medicine e di cure vuol dire essere ciechi davanti ad una realtà che colpisce molti”.
Don Méndez ha spiegato che molti Venezuelani non optano per il socialismo “che ha portato fame, povertà, arretratezza”, e mons. Raúl Biord, SDB, vescovo di La Guaira, ha osservato che il “modello politico che vuole imporre il cosiddetto socialismo del secolo XXI (una rivoluzione socialista che si professa come comunista), in 18 anni ha portato povertà ed esclusione. Sicuramente ha causato e sta causando la fame e la morte di molte persone innocenti”.
In questo contesto, il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, ha inviato un messaggio a sostegno dei suoi confratelli e della Famiglia Salesiana in Venezuela.