Uruguay – Come userebbe Don Bosco Snapchat, che storia mostrerebbe su Instagram?

27 Giugno 2017

(ANS – Montevideo) – Il cortile salesiano, storico scenario privilegiato per incontrarsi e accompagnarsi nel cammino, nel XXI secolo ha trovato nuove estensioni e opportunità che non conoscono limiti di tempo, né di spazio. “Per Don Bosco casa, parrocchia, cortile e scuola non sono spazi fisici, ma atteggiamenti del cuore intrecciati e mescolati tra loro, dove la presenza di uno implica quella degli altri. Sono atteggiamenti che nelle case salesiane non si declamano, ma si sperimentano” afferma Juan Pablo Massimelli, Responsabile della Pastorale nei “Talleres Don Bosco”.

Oltre 80 animatori di varie case salesiane di Montevideo e Las Piedras, come di altri centri educativi cattolici di Montevideo, hanno partecipato a dei laboratori di formazione su: animazione e tempo libero, preghiera e celebrazioni, Chiesa in uscita, primo soccorso, accompagnamento, preparazione e realizzazione di eventi e Nuovi Cortili Salesiani.

Nella tradizione salesiana il cortile è il luogo deputato all’incontro con i giovani, affinché i ragazzi possano condividere la loro vita e le loro preoccupazioni, in cui l’educatore si trova al loro livello, mostra loro che ama ciò che essi amano, e dove sorgono anche proposte significative per la vita.

Al tempo dell’oratorio di Valdocco, a Torino, non c’erano Facebook, WhatsApp, Instagram o Snapchat. Oggi, nel XXI secolo, le reti sociali sono parte della vita quotidiana dei giovani, ambienti nei quali vengono forgiate delle relazioni e si favoriscono gli incontri. È in questo contesto che il cortile salesiano si espande per riempire un nuovo spazio ed essere anche un cortile digitale.

“Quando un educatore e un giovane condividono l’amicizia in un profilo, stanno mettendo in comune parte della loro vita che scorre attraverso queste reti… Genera una sfida nel modo di essere, di stabilire quella relazione, di mantenere lo spirito di famiglia e quella amorevolezza che porta a valorizzare gli altri e a creare un clima di fiducia – spiega il signor Massimelli –. La sfida è quella di trovare modi, mezzi e proposte per invitare i giovani ad unirsi per percorrere un percorso che sia un vero soffio di vita, aria fresca di Dio, presenza dello Spirito nella loro vita”.

Per animatori, educatori, sacerdoti, suore, resta la sfida di rispondere a questa nuova realtà nel migliore dei modi, affinché realmente gli incontri sulle reti sociali siano un prolungamento del cortile della scuola. Come userebbe Don Bosco Snapchat, che storia mostrerebbe su Instagram?

InfoANS

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