Egitto – Costruire il vostro futuro dei ragazzi con Don Bosco

25 Luglio 2017

(ANS – Il Cairo) – Sono iniziati nei giorni scorsi i corsi intensivi d’Italiano per i giovani delle scuole salesiane in Egitto, animati dai giovani volontari della Circoscrizione Salesiana Italia Centrale (ICC). L’impatto come sempre non è senza emozioni, tra paure e ansie, ma anche voglia di iniziare, di dare.

Primo giorno, sabato 8 luglio: dopo qualche veloce indicazione, si scende in cortile per la prima adunata. I 370 ragazzi egiziani che partecipano ai corsi vengono chiamati tutti per nome e divisi per classe. Risuonano, nello strano silenzio del cortile a quell’ora, i nomi dei ragazzi. Qualcuno si affaccia dai palazzi di fronte per vedere la scena, che si ripete ogni anno. Divisi per classe, tutti in fila…

I ragazzi ascoltano il discorso del Direttore, don Pietro Bianchi. Ha definito i ragazzi “fogli bianchi”: non è importante cos’abbiano fatto prima, non è importante se siano bravi o poco bravi, adesso è importante chi vogliono essere e come vogliono costruire il loro futuro nella scuola di Don Bosco al Cairo. Il loro futuro dipende da loro, dalla loro perseveranza, dal loro desiderio di scoprire mondi diversi, di andare oltre quel muro che spesso non gli permette di vedere al di là, di scontrarsi con lettere, articoli, preposizioni o verbi strani, ma che sono la strada sicura per un futuro migliore.

Dopo le raccomandazioni iniziali, tutti in classe, in fila e in silenzio. S’inizia con l’alfabeto. Ripetono a voce alta. Fanno degli esercizi sul libro e già qualcuno cerca di anticiparsi gli esercizi successivi. Quanta voglia di fare, di imparare, di dimostrare che si è capita la regola!

La domenica inizia più lentamente degli altri giorni al Cairo, anche se la vera giornata di festa per i musulmani è il venerdì. Di domenica ci sono le donne che vanno al centro salesiano per seguire un corso di educazione insieme alle volontarie della Caritas che distribuiscono vestiti per i bambini.

Sono sedute in cerchio, tutte velate, parlano, sorridono, si ascoltano a vicenda e condividono le loro vite in semplicità... Probabilmente c'è bisogno di questo momento di aggregazione durante la settimana, un momento unico di condivisione fra donne che non è scontato forse nella vita di tutti i giorni.

Oltre ad essere un luogo educativo e di ritrovo per i giovani, la casa salesiana offre lo spazio anche alle famiglie, in questo caso alle madri che sono le prime educatrici. Dopotutto educare le giovani generazioni significa anche dare sostegno ai loro primi educatori, trovare un modo per fare rete, coprendo i bisogni educativi a livello più complesso prendendosi cura in questo modo di tutto il nucleo familiare con amorevole dedizione.

Il venerdì, giorno di festa per i musulmani, la scuola termina a mezzogiorno e i ragazzi cristiani partecipano ad un momento formativo. “Conoscete Don Bosco?” chiede don Bianchi a circa 150 allievi. Nessuno lo conosce, sono Ortodossi.

Allora si prova a raccontare a grandi linee i momenti salienti della vita del Santo dei Giovani: il sogno dei 9 anni, la scelta di diventare sacerdote, conoscere i primi ragazzi in carcere e da lì capire la necessità di trovare un modo perché i giovani potessero aspirare ad una vita migliore, l’apertura dell’oratorio, i primi corsi professionali, la fondazione della Congregazione, i primi missionari in terre lontane, oggi i Salesiani presenti in oltre 130 paesi…

Oggi ogni ragazzo ha potuto capire di entrare a far parte di una grande famiglia, di trovarsi in un luogo dove la preoccupazione più grande è la salvezza della sua anima, attraverso la preparazione scolastica per garantirgli un futuro migliore.

È stato un momento molto emozionante anche per i volontari, poiché il Direttore li ha presentati ai ragazzi, spiegando loro le intenzioni che li hanno spinto a prestare servizio durante l’estate nella casa salesiana: amare i giovani con lo stile di Don Bosco.

Fonte: DonBosco.it

InfoANS

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