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Sierra Leone – Dopo frane e inondazioni il rischio epidemia

31 Agosto 2017

(ANS - Freetown) - Il 14 agosto una violentissima frana causata dalle piogge torrenziali ha travolto Freetown, la capitale della Sierra Leone. Il numero dei morti è arrivato, secondo le autorità locali, a circa 1.000, ma probabilmente non si riuscirà mai ad arrivare ad una cifra definitiva. Due settimane dopo un’altra inondazione, sempre dovuta alle intense precipitazioni, si è abbattuta in un sobborgo della capitale, provocando un migliaio di morti, tra cui centinaia di bambini. Molte persone risultano ancora disperse. Il Centro Don Bosco Fambul si è subito fatto carico dell’accoglienza e della protezione dei bambini.

Due settimane dopo la devastazione portata da inondazioni e smottamenti, mentre proseguivano le operazioni di ricerca dei centinaia di dispersi sepolti dal fango, un’altra inondazione si è abbattuta sulla capitale della Sierra Leone. Uno dei 5 Paesi più poveri del mondo, recentemente uscito da una lunga guerra civile durata dal 1991 al 2002 e da un'epidemia di ebola fra il 2014 e il 2015.

Dopo la pandemia degli ultimi anni, oggi si affronta un altro dramma. Tutte le istituzioni sono incentrate sulla situazione sanitaria della città: con tutte quelle persone sepolte nel fango il rischio dello scoppio di un’epidemia è altissimo. Il Centro Don Bosco Fambul si è subito fatto carico dell’accoglienza e della protezione dei bambini dopo le inondazioni che hanno devastato la città.

Don Jorge Crisafulli, missionario salesiano a Freetown, racconta “Dopo il disastro abbiamo accolto centinaia di bambini, famiglie e anziani. Attualmente l’opera è stracolma e fuori c’è una fila di persone in attesa di entrare. Penso che sarà necessario dare accoglienza a queste persone per almeno tre mesi”.

Il Don Bosco Fambul attraverso Missioni Don Bosco di Torino e Misiones Salesianas di Madrid, chiede un aiuto per sostenere questa fase di emergenza e di prima accoglienza. 

Missioni Don Bosco Torino 

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