RMG – 9 marzo 2018: 161° anniversario del dies natalis di San Domenico Savio

09 Marzo 2018

(ANS – Roma) – Ricordare san Domenico Savio in questo anno speciale che la Chiesa dedica ai giovani è significativo, perché egli non fu solo un modello e un esempio per i suoi compagni all’oratorio di Valdocco, ma seppe anche incarnare il ruolo di capo-fila, una specie di maestro nelle vie di Dio (così come anche Don Bosco lo vide nel sogno di Lanzo del 1876). La conferma di ciò viene dalla vita di diversi Beati, Venerabili e Servi di Dio che fecero propri i propositi di Domenico: Laura Vicuña, Zefirino Namuncurà, Giuseppe Kowlaski, Alberto Marvelli, Giuseppe Quadrio, Ottavio Ortiz Arrieta.

E questo non solo nel mondo salesiano. Nei giorni scorsi Papa Francesco ha riconosciuto il martirio di una giovane ragazza slovacca, Anna Kolesárová, detta Anka, giovane dell’arcidiocesi di Košice, che visse un’esistenza tranquilla e pacifica finché i soldati dell’Armata Rossa non occuparono il suo villaggio natale, Vysoka nad Uhom. Uscita dal rifugio dove si trovava con i suoi familiari per sfamare un militare, respinse più volte i suoi assalti e si dispose a morire piuttosto che a concedersi a lui.

Venne uccisa con un colpo di fucile il 22 novembre 1944, a sedici anni, pronunciando i nomi di Gesù, Maria e Giuseppe. I resti mortali di Anna riposano nel cimitero del suo villaggio, sormontati da una lapide che riporta, oltre ai dati usuali, il motto di san Domenico Savio, che ella incarnò decisamente: “La morte, ma non peccati”.

 

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