Italia – Addio a don Luigi Melesi, il “prete da galera” che tolse le armi alle Brigate Rosse

11 Luglio 2018

(ANS – Lecco) – Da autentico Figlio spirituale di Don Bosco non si rassegnò mai a considerare irrecuperabile neppure il peggiore dei delinquenti e in tutti cercava “quel punto accessibile al bene” da cui avviare una cambiamento di rotta. Dopo una vita spesa in tal modo, è venuto a mancare ieri, martedì 10 luglio, a Lecco, don Luigi Melesi.

Nato a Cortenova, provincia di Lecco, nel 1933, già durante il suo percorso formativo visse la missione salesiana tra i ragazzi del riformatorio “Ferrante Aporti” di Torino.

In seguito, nel 1960, appena ordinato sacerdote lavorò per 7 anni come insegnante, educatore e catechista nel centro salesiano “San Domenico Savio” di Arese, alle porte di Milano, affidato nel 1955 ai Salesiani dopo essere stato carcere minorile dell’Associazione Nazionale Beccaria. In quel periodo conseguì anche la Laurea in Lettere.

Nel 1967 condusse il primo gruppo di 25 giovani in Brasile, dando inizio, insieme a don Ugo De Censi e a don Bruno Ravasio, all’“Operazione Mato Grosso”. Quindi venne nominato Direttore della Casa Salesiana di Darfo, provincia di Brescia.

Nel 1970 ritornò ad Arese come Direttore e confidente di quei ragazzi inviati al centro salesiano dai tribunali minorili di tutta Italia.

L’esperienza di Arese vissuta con i ragazzi in difficoltà portò l’allora arcivescovo di Milano, il card. Giovanni Colombo, a richiedere la sua collaborazione come cappellano nel carcere “San Vittore” a Milano. Lì don Melesi servì per ben 30 anni, incontrando tutti i giorni detenuti di ogni razza e religione, diventando loro amico e fratello: il quel servizio dietro le sbarre conobbe terroristi, rapinatori, assassini, malavitosi, ma anche tanta gente semplice, in carcere per reati comuni. Il suo stile era quello di non mettere mai al centro il reato, ma la persona.

La consegna delle armi, un vero e proprio arsenale, da parte dei terroristi delle “Brigate Rosse” avvenuta in arcivescovado il 13 giugno del 1984 nelle mani del card. Carlo Maria Martini – di cui don Melesi fu intimo collaboratore e consigliere – venne infatti preceduta dalla sua preziosa e indispensabile opera di accompagnamento e mediazione.

Negli ultimi anni, finché le condizioni di salute gliel’hanno permesso, ha condiviso la sua esperienza in modo sapiente ed efficace attraverso conferenze, incontri, raduni degli exallievi e anche attraverso varie pubblicazioni – tra cui il libro intervista “Prete da galera”, di Silvio Valota.

A tal proposito, nel 2013 gli fu assegnata dall’Università Pontificia Salesiana di Roma la laurea Honoris Causa in Scienze della Comunicazione sociale, riconoscendo le sue doti di comunicatore, educatore ed evangelizzatore salesiano.

I funerali si terranno a Milano. La salma verrà poi portata a Cortenova, dove si svolgerà una seconda cerimonia.

La sua eredità spirituale può essere condensata in alcune sue celebri espressioni: “Non è possibile aiutare una persona a cambiare la sua vita in meglio, se non ci si mette dalla sua parte, se non si prende a carico la sua vita e la sua storia… Una persona, per diventare buona, deve sentirsi amata”.

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