Italia – Minori stranieri: prima di tutto adolescenti!

23 Luglio 2018

(ANS – Roma) – Dietro ognuno dei milioni di rifugiati e richiedenti asilo, costretti a fuggire dal proprio paese a causa di guerre e violenze, c’è una storia da ascoltare, fatta di sofferenze ma anche di speranza di ricostruire il proprio futuro. Tra questi, tanti minori non accompagnati come M. che è arrivato nella Casa Famiglia del Borgo Ragazzi Don Bosco più di tre anni fa.  

M. viene dal Mali; quando è stata accolto in Casa Famiglia non parlava una parola di italiano e aveva paura di tutto. Lentamente ha cominciato a fidarsi degli educatori, a giocare a pallone, ad uscire con gli altri ragazzi, anche italiani, ed in particolare con un ragazzo rwandese, anche lui in Casa Famiglia, sordo a causa di una meningite.

Nel momento in cui l’italiano è diventato più comprensibile, M. ha cominciato ad instaurare numerose amicizie con i volontari e le volontarie della Casa Famiglia; ha stretto relazioni anche con due famiglie del Movimento di Famiglie Affidatarie e Solidali del Borgo Ragazzi Don Bosco che lo hanno coinvolto nelle proprie attività. Faticosamente ha preso la licenza media e ha compiuto esperienze di lavoro, ma il suo obiettivo, o almeno quello a lui affidato dalla famiglia di origine, era di andare, una volta maggiorenne, in Spagna, da un cugino, perché lì si guadagnava di più; secondo i suoi genitori, M. avrebbe dovuto costruire nel villaggio che aveva lasciato in Mali una casa per lui e per la sua famiglia.

Compiuti 18 anni gli educatori della Casa Famiglia lo hanno indirizzato ed accompagnato verso una struttura per adulti che ha accettato di accoglierlo proprio per proseguire il progetto avviato. Ma M., malgrado le sue famiglie di riferimento lo avessero messo in guardia rispetto ai pericoli e alle opportunità che si stava lasciando dietro le spalle, è partito per la Spagna dove, come era prevedibile, non ha trovato nulla di quanto sperava. Gli hanno sottratto soldi e documenti e lo hanno mandato a lavorare a giornata. Ha cominciato a mandare messaggi disperati alla Casa Famiglia che lo avevo ospitato da adolescente. Appena possibile è stato acquistato un biglietto aereo per farlo rientrare a Roma.

Una volta a Roma M. ha capito l’errore, con l’aiuto di un’altra famiglia ha trovato un lavoro in un cantiere dove ha dato il massimo impegno ottenendo già due aumenti dello stipendio. Così ha cominciato a mandare i soldi alla sua famiglia per costruire la casa. M. continua a passare il suo tempo libero al Borgo Ragazzi Don Bosco e gli altri ragazzi lo guardano come un esempio.

Fonte: Borgo Ragazzi Don Bosco

InfoANS

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