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Argentina – In marcia contro la violenza che nasce dalla droga, che ha causato già 35 morti

19 Novembre 2018

(ANS – Rosario) – Il sacerdote salesiano Federico Salmerón appartiene alla comunità “San Domenico Savio” della città di Rosario e racconta la difficile situazione in cui vivono tanti minori a causa dell’emarginazione e della droga.

Povertà, mancanza di opportunità, droga e violenza. Un cocktail esplosivo che contrassegna la realtà di molti quartieri della città di Rosario. In quello di Ludueña si sta cercando di rendere visibile questa triste situazione, per “trasformare il dolore in pace per il cuore”. Così la parrocchia salesiana del quartiere e numerose altre organizzazioni sociali hanno organizzato una marcia di denuncia.

“Abbiamo deciso questa marcia dopo l’ultima morte violenta di un ragazzo del quartiere, avvenuta qualche mese fa, mentre stavamo accompagnando la famiglia e facendo i conti con il dolore per questa morte. Cerchiamo modi per trasformare quel dolore, per guarire e cercare insieme la pace del cuore. Chiederemo anche giustizia, perché non è possibile fare passi avanti negando la realtà” ha affermato don Salmerón, parroco a Ludueña.

Il salesiano ha detto anche che “sulla base di un conteggio realizzato nel dialogo con le persone” dal 2010 ad oggi ci sono già state “35 morti legate a casi di violenza nel quartiere, soprattutto giovani: casi di ‘grilletto facile’, altri dovuti alle guerre tra bande per il controllo della droga… Ma potrebbero aggiungersene altri stati anche di più, se consideriamo situazioni dovute al degrado e alla miseria”.

Per don Salmerón la violenza è esacerbata dalla grave crisi economica. “I ragazzi ora sono abituati a vendere la droga, sono chiamati ‘soldatini’, perché per loro non c’è lavoro o qualche altra opportunità: sopravvivono con la vendita della droga” afferma.

E sulla presenza dello Stato, il religioso sostiene: “Lo Stato, ai suoi diversi livelli, è presente nel quartiere; ma c’è una tale necessità di servizi sociale, di assistenza, di opportunità, per cui non c’è una riposta sufficiente… Ci sono famiglie distrutte, attraversate da storie tragiche, dalla violenza, che non fanno notizia”. Anche se, il salesiano ci tiene a precisare: “La maggior parte sono persone per bene, che lavorano, che oltre a guardare alle proprie case cercano di dare una mano, soprattutto ai bambini che hanno bisogno di uscire da situazioni complicate”.

Nel quartiere di Ludueña il consumo di droga si estende sempre più e l’avvicinamento alle diverse sostanze avviene sempre prima. Per fronteggiare la situazione don Salmerón coordina, insieme ad altri collaboratori, le attività di un centro diurno, dove si cerca di accompagnare 30 giovani tossicodipendenti.

E davanti a una simile realtà il quartiere ha deciso di compiere dei gesti che rendano evidente il problema. Insieme alla marcia, verrà benedetto un campo di calcio, “luogo d’incontro per la gente del quartiere” e poi “si chiederà giustizia per i nostri cari, conforto e forza per le famiglie e pace per Rosario e l’intera comunità” ha manifestato don Salmerón.

Fonte: La Capital

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