Sudan – La vita inumana di tanti nostri fratelli

01 Aprile 2016

(ANS – Khartoum) – Anni fa il Sudan è balzato all’onore delle cronache mondiali per delle foto vincitrici del premio Pulitzer. Uno grande fotografo, Kevin Carter fece la foto ad una bambina e gli mise il titolo: “la bambina e l’avvoltoio”. La foto mostrava infatti un avvoltoio dietro la piccola, come in attesa che morisse per nutrirsene. L’immagine fece il giro del mondo, venne applaudita per il suo contenuto e i suoi significati, se ne parlò molto. Ma c’è una verità che oggi il mondo non ha ancora compreso: fare qualcosa per cambiare la vita di milioni di bambini e per toglierli da una miseria che diventa disumana.

Sr Teresa Roszkowska, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha inviato una lettera per parlarci di quella che non è una fotografia vincitrice di alcun Pulitzer. Ma è la fotografia della vita di milioni di persone in Sudan.

“Nella nostra scuola di Khartoum studiano 400 bambini – racconta sr Roszkowska – 120 nella scuola materna e 280 nelle classi superiori. L’80% di questi bambini sono vittime della guerra nel Sud Sudan. Molti sono rimasti profondamente feriti, spaventati, malati e soprattutto molto affamati. Li aiutiamo come possiamo”.

L’opera delle FMA in Sudan è un esempio di lavoro tra i più poveri. Un grande servizio che funziona ancora grazie a benefattori da tutto il mondo. “Ogni bambino ha la sua uniforme e un pasto caldo ogni giorno. I bambini malati vengono portati dal medico. Vengono fatte delle visite alle famiglie che vivono in condizioni molto difficili, in particolare alle giovani madri. Vicino alla comunità delle FMA vivono famiglie molto povere, che accompagniamo quotidianamente, e una collaboratrice della nostra comunità gli porta da mangiare”.

Prima di iniziare le lezioni si svolgono 15 minuti di ginnastica al ritmo di musica. Gli esercizi aiutano a rilassare e a calmarsi. Si tratta di un lento processo di reintegro per i cuori feriti dei bambini. Di venerdì e di domenica oltre 300 bambini vanno all’oratorio, dove possono giocare, guardare un film, divertirsi… Alcuni fanno il bagno e altri lavano i loro vestiti, perché dove vivono non c’è acqua. Alla fine si prega e si regala quanto la Divina Provvidenza ha mandato: biscotti, caramelle e sapone.

Scrive sr Teresa nella sua lettera: “vedendo tanta povertà e sofferenza i nostri occhi si riempiono di lacrime e il cuore di tristezza”.

InfoANS

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