Tra i principali relatori all’appuntamento c’è stato infatti Agostino Sella, Presidente dell’associazione “Don Bosco 2000”, che ha spiegato come la trasmissione di competenze tecnico-professionali ai giovani migranti permetta loro di rafforzare le loro comunità nei Paesi d’origine. Egli ha pertanto definito questo processo come “migrazione circolare”, e ha osservato che rappresenti un intervento importante per affrontare la sfida globale della migrazione.
L’intero evento ha visto un grande protagonismo da parte dei giovani: il signor Sella, infatti, è intervenuto in sostituzione di Diallo Fousseynou, un giovane migrante senegalese cui è stato negato il visto per partecipare all’evento; a moderarlo sono state le giovani tirocinanti all’ONU Genevieve Pinnington e Greta Hunt; e anche gli altri relatori, oltre il signor Sella, erano tutte giovani: Morgan Thobe (attiva nei progetti di comunicazione di Unicef-USA), Apefa Adjivon (fondatrice di Pearl Project – ONG attiva per le giovani donne di colore a rischio di esclusione sociale), Saphira Rameshfar (attivista nei progetti giovanili e per la parità di genere per conto di di Baha’i International), Devopriya Dutta (rappresentante di Tarumitra – movimento ecologico indiano).
Insieme, tutte loro, hanno messo in evidenza le iniziative che ciascuna di essi ha intrapreso per trasmettere competenze e offrire opportunità ai giovani, attraverso l’educazione, l’impiego lavorativo e l’azione ambientale – tutti elementi importanti della protezione sociale.
Come ha osservato la giovane Saphira Rameshfar, inoltre, “un mondo giusto non può emergere da metodi ingiusto di procedere”. Per questo ha sottolineato che diventa necessario dare maggiore fiducia ai giovani – un concetto sottolineato anche dagli altri relatori, i quali, pure ad una specifica domanda su quale sia la priorità d’azione, hanno risposto dicendo che si tratta di creare più spazio per la partecipazione dei giovani ai processi decisionali.
Le domande dei vari partecipanti al Presidente di Don Bosco 2000 hanno anche contribuito a far conoscere il valore del carisma salesiano, che investe sui giovani, specialmente quelli a rischio di emarginazione, affinché emergano come guide della loro comunità.
La presenza di un nutrito contingente salesiano (composto da mons. Miguel Angel Olaverri Arroniz, vescovo di Pointe-Noire, Repubblica del Congo; don Alphonse Owoudou, Superiore dell’Africa Tropicale Equatoriale – ATE; diversi rappresentanti della Procura Missionaria Salesiana di New Rochelle, tra cui don Mark Hyde, il Direttore; i Salesiani don Sebastian Chirayath, dal Kenya, e don Joseph Amal dall’Australia; oltre, ovviamente, al “padrone di casa”, don Thomas Pallithanam, DB, il rappresentante dei Salesiani presso le Nazioni Unite) ha contribuito ad aggiungere uno speciale sapore salesiano all’evento.
L’intero appuntamento è stato pensato come tappa di avvicinamento al prossimo Forum politico di Alto Livello del prossimo luglio, che esaminerà alcuni Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Educazione, Impiego, Ambiente, Giustizia e Pace e Cooperazione Internazionale) e il tema generale dell’emancipazione delle comunità a rischio e dell’inclusione, affinché “nessuno resti indietro”.
Tutti i presenti hanno quindi lanciato un appello per una maggiore partecipazione dei giovani alla realizzazione dell’Agenda ONU 2030 e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.