Ecuador – Congresso Giovanile Shuar: Gesù e Don Bosco vivono nel cuore dei giovani

29 Maggio 2019

(ANS – Tuutin Entsa) – Parlare delle origini del lavoro missionario dei salesiani in Amazonia vuol dire risalire al 1893, quando don Gioacchino Francesco Spinelli e il sig. Giacinto Pancheri arrivarono a Gualaquiza per realizzare il sogno di Don Bosco in Ecuador. Sin dall’inizio il loro lavoro si concentrò sull’orientamento pastorale che gradualmente portò alla creazione di scuole, laboratori, istituti, scuole agricole, convitti… Sono passati 126 anni e il lavoro dei Salesiani permane ancora intatto nel cuore della selva. Un esempio è stato il Congresso dei giovani di etnia Shuar che si è svolto dal 24 al 26 maggio 2019 nella comunità di Tuutin Entsa, radunando circa 500 giovani di oltre 20 comunità, accompagnati dai rispettivi Etserin (catechisti).

Per molte di queste delegazioni, la partecipazione all’incontro ha richiesto un vero e proprio viaggio, magari anche con tratti in canoa lungo i fiumi; tuttavia, questo non è stato un ostacolo per questi ragazzi e ragazze, che ogni anno attendono con grande aspettativa questo congresso. Quest’anno, inoltre, la coincidenza dell’inizio del congresso con la festa di Maria Ausiliatrice, ha amplificato al massimo l’atmosfera di gioia, di fraternità e di spiritualità, con i nomi di Gesù e di Don Bosco intonati sempre con molta devozione. 

L’attività principale della prima giornata è stata la notte mariana, per la quale è stato costruito un altare che proteggeva la statua di Maria Ausiliatrice. I giovani, alcuni dei quali con indosso l’abito tradizionale shuar, l’hanno accompagnata in processione, renderle omaggio con canti e preghiere.

Nei giorni successivi tutte le attività – dinamiche, colloqui formativi e lavoro di gruppo – sono proseguite cercando di veicolare il messaggio centrale dell’appuntamento, centrato sul tema della Strenna del Rettor Maggiore per il 2019: “la santità anche per te”. Per questo il modello di una vita cristiana esemplare nel quotidiano, per diventare santi nella vita ordinaria, è stato proposto a tutti i ragazzi, tenendo sempre conto della cultura di queste comunità amazzoniche.

Il Congresso si è concluso domenica 27 maggio con un’Eucaristia durante la quale diversi giovani hanno ricevuto il sacramento della Cresima. Con questa celebrazione di fede e devozione, ognuno è tornato alla propria comunità, per mettere in pratica ciò che ha imparato sulla santità, ma anche con l’aspettativa di ritornare nel 2020.

Dietro all’organizzazione del Congresso Giovanile Shuar c’è soprattutto la figura di don José Delporte, Direttore della comunità salesiana di Taisha, che avviò questo progetto nel 2002, con la partecipazione di circa 100 giovani.

Tuttavia, questa proposta, cresciuta di anno in anno, è possibile solo grazie alla collaborazione di molti volontari dotati di spirito missionario: oltre 10 persone, tra professionisti, volontari, ex-volontari, insegnanti e studenti delle scuole salesiane, così come giovani Shuar e Achuar, sono responsabili di assicurare che ciascun ragazzo partecipanti possa vivere un’esperienza arricchente per la sua vita.

Fonte: OSC


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