Uruguay – Don Bosco immortalato in un grande murale, opera artistica di José Gallino

02 Agosto 2019

(ANS – Salto) – Un enorme murale di Don Bosco si vede da alcuni giorni in una delle arterie principali della città di Salto, opera del celebre artista di graffiti uruguayano ed exallievo salesiano José Gallino.

In occasione dell’inizio delle celebrazioni del centenario del collegio salesiano “Nuestra Señora del Carmen”, della città di Salto (ubicata a Nord del Paese, a 500 Km dalla capitale), fondato il 16 agosto del 1920, è stato commissionato il murale di Don Bosco, di 6 metri di larghezza e 10 di altezza che copre una delle pareti esterne dell’edificio, proprio accanto alla porta d’ingresso.

José Gallino ha 33 anni, è originario di Salto e da 7 anni si dedica a immortalare varie figure popolari uruguayane sulle pareti di tutto il Paese. Artisti, calciatori, scrittori, comunicatori e persino il direttore tecnico della nazionale di calcio uruguayana sono protagonisti delle sue opere d’arte di strada. 

L’artista è molto legato al mondo ecclesiale e soprattutto salesiano. Ha studiato nel collegio “María Auxiliadora”, suo fratello al collegio salesiano, sua mamma è catechista e suo papà è stato sacrestano nella Cattedrale di Salto.

Ha iniziato con la sua arte disegnando graffiti su animali e motivi relativi alla campagna e alla natura.

Il murale di Don Bosco lo ha fatto in appena 3 giorni e ha detto che è il più alto che abbia dipinto. Lo ha realizzato con l’aerografo, dopo una base data a pennello, e poi applicando un nuovo strato con l’aerografo.

Quando gli è stato chiesto il processo di esecuzione del murale l’artista ha spiegato che per prima cosa studia e al momento di mettere le sue idee su un foglio crea un diagramma che poi prende come riferimento in fase di realizzazione sul muro, “così la gigantografia è ben diagrammata” ha affermato.

“Quando ero piccolo non terminavo le mie opere, le lasciavo sempre a metà del lavoro. Non finivo un’opera d’arte che iniziavo a dipingere. Adesso è diverso: non solo le finisco, ma molte volte le restauro, come è stato per il murale del calciatore Cavani che ho dipinto qualche tempo fa a Salto”, ha detto l’artista.

“Dipingere per me è una terapia, di solito non vedo come sta venendo, ma una volta che il lavoro è ad uno stadio avanzato mi allontano e vedo cosa ho fatto. A volte faccio errori, ma più grande è l’opera e più preciso posso essere”, ha concluso.

di Francisco Ardaix

InfoANS

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